Vivere il presente e scoprire il contatto con i mondi inferiori
La maggior parte delle persone, oggi, vive immedesimandosi più nel futuro che nel presente, molti amano crogiolarsi nei ricordi del passato, ma agli occhi dello spirito il futuro è un tempo che non esiste, è in realtà una dimensione che creiamo noi, oggi, nel presente, con le nostre azioni e con i nostri pensieri. Chi dimentica il presente annulla il concetto relativo del tempo!
Se riuscissimo a comprendere questa verità, all’apparenza contorta, ma in realtà molto semplice, potremmo comprendere meglio la vera essenza dell’ “eterno presente” e convincerci che essa è la vera ed unica certezza che ci riguarda. Vivere a pieno questo attimo in cui respiriamo ci concede la gioia di essere in contatto con il “divino”.
Molti, pur conoscendo il significato dell’espressione “ego sum” non capiscono che per conoscere se stessi, per conoscere Dio, è necessario “essere”, esistere nel momento attuale, vivere concentrati nel presente.
In questo momento in cui vivo, respiro, percepisco e sento la vita fuori e dentro di me, io vivo e sono capace di interpretare tutto il creato in una maniera più vicina alla verità di tutte le cose.
Questo è un invito a vivere senza perdere il contatto con la sorgente della vita artefice del disegno che ci sovrasta.
Gli animali, a differenza dell’uomo, vivono in uno stato simile a quello descritto poc’anzi. Essi non hanno una concezione del tempo che passa, vivono in un “eterno presente”. Non si preoccupano né del loro passato e né del loro futuro, essi semplicemente vivono.
Anche i regni “superiori” vivono di presente assoluto, questo è parte del loro livello di esistenza.
Noi uomini appartenenti all’umanità della Terra viviamo proiettati in un tempo (passato e futuro) che non ha senso (spiritualmente), un tempo che non ci fa cogliere il senso profondo di noi stessi.
Il senso dell’eternità è qui, ora, adesso, in questo momento. Questo è il segreto della sua comprensione.
Io definirei i regni cosiddetti “inferiori”, più con il termine di paralleli, in quanto essi sperimentano una realtà a noi vicina e destinata ad evolversi. Infatti la coscienza animale, per esempio, acquisirà con l’evoluzione l’ego sum, ovvero l’individualità spirituale.
Ogni essere appartenente a questa sfera riceverà, al momento opportuno, un nuovo input divino e diverrà, a differenza di prima, un essere unico, particolare, non ripetibile in tutto il cosmo.
La diversità che c’è tra l’essere umano e l’animale si esprime soprattutto a livello energetico-spirituale. L’animale possiede uno spirito di gruppo, la cosiddetta “anima collettiva” ed è per questo che ogni animale appartenente ad una razza specifica è uguale, intendo negli atteggiamenti e comportamenti ad un altro dislocato in un qualsiasi altro posto del pianeta. Questa è la conferma che ogni razza ha un istinto istruito da una coscienza unica (spirito o anima collettiva) che ne pilota l’evoluzione.
È importante anche capire che gli animali che oggi vivono a stretto contatto con l’uomo presto saranno come lui. Per esigenze evolutive vivono vicino alla dimensione che incarneranno; in questo modo cominciano ad adeguarsi ad atteggiamenti e comportamenti che saranno propri delle loro prossime incarnazioni.
Può anche accadere che esseri superiori come gli angeli o gli arcangeli decidano di personificare particolari animali che vivono vicino a noi.
Queste entità sanno che in quel determinato momento hanno la necessità di essere in quel posto per poter aiutare una situazione utile che coinvolge esseri umani legati all’animale.
Quante volte vediamo persone sole e abbandonate accompagnate da un cane o da un gatto, essi appaiono (e in realtà lo sono) i loro unici confessori e sostenitori. Spesso in queste manifestazioni si nascondono gli angeli guida dei proprietari così in modo umile e incredibile essi vegliano i propri “protetti”.
Bisogna sapere che sia gli animali che gli uomini possono divenire i veicoli per tutti i tipi di energie non solo positive. Lo stesso Cagliostro sosteneva che il gatto è in grado di nutrirsi dell’energia vitale degli uomini. Infatti il gatto è un animale “catalizzatore” che in antichità veniva usato per propiziare riti sia benevoli che negativi.
Il fatto che ogni cane ed ogni gatto del mondo abbiano atteggiamenti identici deriva dal fatto che esiste una costante “trasmissione” divina dello spirito di gruppo che li istruisce circa la propria natura e il contesto in cui devono agire.
Non dobbiamo dimenticarci che per questo motivo gli animali, come pure le piante e tutto ciò che costituisce la Terra, hanno un continuo legame diretto con l’uomo.
L’uomo consapevole, cosciente, dovrebbe rispettare l’evoluzione di questi regni che insieme a lui percorrono il lungo cammino sperimentativo della materia.
Un giorno non troppo lontano, capiremo che privare della vita un essere è un’ingiustizia sia esso appartenente al mondo animale che vegetale. Ogni azione si ripercuote nell’economia creativa e se agiremo contro le leggi della Vita subiremo gli effetti di tali comportamenti.
Ma sicuramente con il tempo riusciremo ad accettare l’idea che possiamo vivere anche senza sconvolgere drasticamente i “regni inferiori”. Per esempio esiste un’energia, chiamata Pranha, che sarà un giorno il giusto e completo alimento “invisibile” della nostra forma aurica e dell’energia necessaria al nostro corpo astrale.
L’uomo sta progressivamente espandendo il suo corpo astrale; è infatti previsto che nella nuova era egli perda una parte della sua componente materiale per accogliere al suo posto una parte ulteriore di componente astrale: di conseguenza sentirà l’esigenza di nutrirsi di alimenti più “leggeri” ed eliminerà quelli a “bassa vibrazione” (come la carne).
Esistono modi per limitare o evitare danni inflitti al regno animale, vegetale e minerale (di cui noi siamo l’enzima piramidale incaricato di gestire la loro evoluzione). Per esempio con piccoli gesti quotidiani ed una corretta e rispettosa dieta potremmo evitare tantissime ingiustizie e creare le fondamenta per una nuova e più rispettosa cultura.
Siamo infatti noi, con le nostre scelte, i responsabili delle sofferenze degli animali. Quando ci trucchiamo, quando ci vestiamo, quando mangiamo, in una moltitudine di gesti e scelte, noi ci dimentichiamo di poter interrompere un meccanismo di sofferenza.
Sappiamo benissimo tutti che cambiare repentinamente questo sistema è difficilissimo ma dobbiamo renderci conto che possiamo cominciare ad eliminare i comportamenti più evidenti e chiari, questo sarebbe già un inizio.
Un altro aspetto da analizzare più a fondo è quello del vegetarianesimo.
Molte persone sono solite accomunare spiritualità a vegetarianesimo, credendo che il solo rispettare la vita degli animali ritagli loro un posto speciale nell’aldilà, ma allo stesso tempo costoro si dimenticano di portare lo stesso rispetto verso i propri simili.
Vi posso assicurare che molti saranno i carnivori che vivranno ne “la nuova Terra ed il nuovo Cielo” e tanti vegetariani invece ne saranno esclusi.
È importante esercitare il rispetto verso i regni inferiori ma ciò non deve farci dimenticare il principio fondamentale dell’universo: l’amore.
L’amore per gli altri esseri deve essere in equilibrio. Dobbiamo imparare a rispettare i nostri simili, se ci riusciremo ne conseguirà un’attenzione maggiore per tutte le forme di vita e il risultato non potrà che essere un corretto inserimento della nostra persona nel disegno divino; questo ci permetterà di sviluppare una sempre maggiore cooperazione tra il piano materiale e quello spirituale.
Un altro ruolo fondamentale che i regni inferiori svolgono è quello di ricordarci continuamente che l’amore non fa distinzioni e non cessa mai di servire: guardiamo il sole che splende su buoni e cattivi, un fiore che nasce nelle case di chiunque ed un cane che anche se bastonato non smette mai di nutrire amore ed affetto.
Impariamo a cogliere tutte queste meraviglie che Dio ci dona ogni giorno. Se riuscissimo a riconoscere nella nostra vita tutti i segnali che la dimensione superiore ci offre potremmo raggiungere un livello più elevato di consapevolezza.
Gli animali non percepiscono paura al sopraggiungere della morte. Per loro essa è una componente della vita, oltretutto sanno che è l’unico mezzo tramite il quale possono proseguire la loro esistenza intraprendendo nuove esperienze.
Ci sono comunque specie che vivono molto poco ed altre più a lungo, tutto dipende dal grado di evoluzione e dal “programma evolutivo” che riguarda tali specie. Di solito più un essere è grande fisicamente più il suo ciclo evolutivo è lungo.
Al contrario creature piccole, sia esse piante che animali, hanno una vita più breve e la possibilità di un’evoluzione più rapida.
Nel periodo giurassico i dinosauri appartenevano ad una specie che evolveva molto lentamente, come del resto la Terra stessa e tutta la natura che la abitava. È stata necessaria la completa estinzione della razza e una rivoluzione genetica totale per poter permettere ad un essere più evoluto e ridimensionato fisicamente (l’uomo) di abitare il pianeta passato allora dalla seconda alla terza dimensione.
Tutto questo si sta per ripetere! Il nostro pianeta infatti è in procinto di fare il salto che lo porterà dalla terza alla quarta dimensione. A dire il vero la Terra è già in fase di transizione, quello che manca è la predisposizione dell’umanità a vivere in sintonia con le nuove vibrazioni.
Quindi dobbiamo abituarci all’idea che come sono scomparsi i sauri scomparirà l’uomo (come è oggi concepito) come scompariranno molti animali e molte piante perché tutti gli enzimi che comporranno la “nuova Terra” dovranno rapportarsi e adeguarsi alle nuove frequenze.
L’uomo deve capire che per far parte di questo nuovo sistema di vita ha bisogno di realizzare a fondo il proprio ruolo rispetto ai regni inferiori.
Come essere più evoluto egli è il risultato dei regni minerale, vegetale ed animale e deve comprendere che è necessario cominciare a manipolare questi regni inseguendo un beneficio comune, deve lavorare per preservarli e non ridurli all’estinzione. L’uomo dovrebbe essere un continuo esempio per le creature che attendono con fiducia segnali concreti dal piano umano, perché è vero che molti animali che ci circondano quotidianamente hanno bisogno di assorbire vibrazioni e atteggiamenti per il loro passaggio alla terza dimensione cosciente.
È necessario che ciò avvenga affinché l’uomo possa proseguire per il suo cammino evolutivo che lo vede “abitatore cosciente” del cosmo intero. Una volta raggiunta la “coscienza universale” potrà aspirare a dimensioni ancora più evolute, fino a ritornare ad essere luce cosciente in seno alla luce creativa.
Dobbiamo considerare che il gruppo enzimatico della Terra è composto da molteplici realtà e non tutte percepibili da noi uomini al nostro stadio evolutivo.
Gnomi, fate, elfi, fauni, sono tutti nomi che l’uomo nei secoli ha dato ad esseri appartenenti ad una manifestazione energetica diversa da quella umana ma non per questo altrettanto degna di importanza. Infatti a cavallo tra una dimensione e l’altra esistono un’infinità di manifestazioni diverse.
Per esempio i fiori vengono sostenuti dagli spiriti elementari della terra e dell’aria che con modalità per noi impercettibili vivono a stretto contatto con la dimensione vegetale. Il loro profumo invece è magicamente creato dalle fate. Il colore, il portamento e ogni altro attributo delle piante è sostenuto da una mondo per noi invisibile che segue attentamente la vita vegetale.
Ogni albero per esempio è governato da un fauno che continuamente lo alimenta con un energia vorticosa, che procede dall’alto al basso permettendo che esso viva. Se noi tagliassimo l’albero il fauno impazzirebbe. Questi esseri non comprendono i comportamenti e gli atteggiamenti degli uomini ma percepiscono l’energia che noi poniamo nelle azioni che compiamo.
Immaginiamoci ora quante creature seguono con trepidazione la vita degli uomini.
Legioni di esseri ci consigliano sussurrando nella nostra coscienza pensieri e azioni positive ma il più delle volte la nostra mente è chiusa alla percezione di queste realtà e ciò forma una barriera che limita la nostra crescita spirituale.
La natura può comunicare con noi creando condizioni che ci permettono di comprendere i suoi messaggi.
Se osserviamo per esempio un albero, una pianta o una pietra che ci colpisce, a volte riusciamo a scorgere delle forme o dei messaggi. Tutto dipende dalla sintonia che riusciamo a raggiungere con questi regni ma sappiate che la natura ci contatta continuamente.
Dovremmo imparare a decifrare questi segnali perché in questo modo potremmo accedere ad un mondo meraviglioso che chiede solo di essere amato.
Relatore: Giuliano Falciani
Imperia, 5 Giugno 2005