Oltre l’Utopia
PRIMA PARTE
Jacque Fresco è stato un designer statunitense, nato a New York il 13 marzo 1916.
Si occupò di design architettonico e industriale nonché di ingegneria industriale. Jacque Fresco è stato considerato un futurologo, scrittore, conferenziere e pioniere nel campo dell’ingegneria dei fattori umani. É stato il fondatore della società The Venus Project (Progetto Venus) e l’organizzazione no profit Future by Design. Scrisse e presentò conferenze sulla progettazione di città sostenibili.
Nato il 13 marzo 1916, Fresco lasciò la scuola a 14 anni, formandosi come autodidatta. Iniziò la sua carriera professionale come consulente progettista per la compagnia Rotor Craft Helicopter, lavorò nell’unità di progettazione e sviluppo della marina statunitense, nella base aerea Wright-Patterson di Dayton, in Ohio, e lavorò come ingegnere d’investigazione per la corporazione Raymond De – Icer, con base a Los Angeles. Inoltre, lavorò per molte compagnie in vari campi come consulente di disegno e consigliere tecnico per la Motion Picture Industry e come istruttore di disegno industriale presso l’Art Center School di Hollywood, California.
A Los Angeles fu collega e impiegato associato dello psicologo Donald Powell Wilson. Nel 1942 fondò la Revell Plastic Company (ora Revell-Monogram) con Lou Glaser, anche se in seguito lasciò per intraprendere le sue altre idee, lavorando nella ricerca e sviluppo aerospaziale, in architettura, nella progettazione di automobili efficienti, nei metodi di proiezione cinematica 3d ad occhio nudo, nella progettazione di apparecchiature biomediche, sviluppando tra l’altro un’unità per raggi X tridimensionali.
Dal 1975 cominciò ad occuparsi del Venus Project. Jacque Fresco ha vissuto in Florida in una proprietà di cinque ettari popolata da varie costruzioni a cupola da lui progettate. Qui scrisse libri e produsse film divulgativi.
L’assunto fondamentale del suo pensiero è che la povertà sia causata dall’effetto soffocante del progresso tecnologico, a sua volta trainato dal sistema economico capitalistico mondiale. Il progresso tecnologico, se venisse portato avanti indipendentemente dalla sua redditività, teorizzò Fresco, produrrebbe molte più risorse, così da servire un maggior numero di persone.
Questa nuova disponibilità di risorse libererebbe l’uomo dalla tendenza verso l’egocentrismo la corruzione e l’avidità, e quindi renderebbe gli uomini più propensi ad aiutarsi tra di loro. Fondamentale è quindi l’eliminazione dell’attuale sistema economico “basato sulla moneta” e la sua sostituzione con quella che Fresco chiama economia basata sulle risorse. Eliminata la moneta, fulcro attorno a cui ruota il capitalismo, diventerebbero inutili banche, governi, istituzioni religiose, eserciti. Si tratta quindi di una forma di tecnocrazia.
Per favorire l’applicazione pratica di queste idee ha fondato il Venus Project, una società a fini di lucro registrata presso il Dipartimento di Stato della Florida dal 1995. Dal 2003 esiste però anche una sezione non-profit chiamata “Future by Design” (Futuro dal Progetto). In un’intervista rilasciata nel 2008, Fresco aveva dichiarato che la sua mancanza di credenziali scolastiche ha reso difficile la raccolta di consensi all’interno dei circoli accademici. Venus Project è venuto alla ribalta grazie al successo del film-documentario del 2008 Zeitgeist: Addendum, premiato alla 5ª edizione de “Artivist Film Festival” di Los Angeles. Esso venne presentato come una possibile soluzione ai problemi globali di cui si parla nel film.
Il film ha successivamente dato origine a un movimento d’opinione noto come Movimento Zeitgeist. Nell’aprile 2011 alcune affermazioni di Fresco hanno portato ad una scissione tra il Venus Project e il Movimento Zeitgeist, che ora continuano a perseguire la transizione verso un’economia basata sulle risorse tramite metodologie diverse.
Con l’avvento di futuri sviluppi nella scienza e nella tecnologia, assegneremo sempre più potere decisionale alle macchine. Attualmente questo è evidente nei sistemi militari in cui i sensori elettronici mantengono le caratteristiche ideali di volo negli aerei tecnologicamente evoluti. Le capacità dei computer odierni oltrepassano i cinquecento trilioni di bit di informazione al secondo. La complessità della civiltà di oggi è fin troppo complessa per essere gestita da sistemi umani senza l’assistenza di computer elettronici.
I computer di adesso sono relativamente primitivi paragonati a quelli che evolveranno nel futuro. Col tempo la gestione dei sistemi sociali richiederà sensori elettronici interconnessi con tutte le fasi relative agli ordinamenti sociali eliminando di fatto il bisogno della politica. I moderni impianti industriali attuali hanno sistemi automatici di inventario che ordina i materiali necessari, come cuscinetti e altri ricambi meccanici, in largo anticipo.
Crediamo che ora sia possibile realizzare una società in cui le persone siano in grado di vivere una vita più lunga, più sana e più qualitativamente produttiva. In tale società, la misura del successo sarà basata sulla soddisfazione delle proprie aspirazioni individuali piuttosto che sull’acquisizione di ricchezza, proprietà e potere. Sebbene molti dei concetti qui presentati possano apparire come mete inarrivabili, tutte le idee sono basate su principi scientifici conosciuti. Non è mia intenzione scrivere un articolo che sia accettabile da parte della gente, questo alla scienza non interessa.
L’indirizzo sociale che viene presentato qui non ha paralleli storici con nessun’altra ideologia politica o strategia economica precedenti. Per stabilire i parametri di questa nuova civiltà occorrerà trascendere molte delle tradizioni, valori e metodi del passato. Il futuro evolverà i propri nuovi paradigmi, adatti ad ogni successiva fase dello sviluppo umano e tecnologico.
Nella storia della civiltà, pochi sono stati i leader nazionali o uomini politici che abbiano mai proposto un piano globale per migliorare le vite di tutte le persone sotto la loro giurisdizione. Nonostante individui quali Platone, Edward Bellamy, H.G. Wells, Karl Marx e Howard Scott abbiano tutti compiuto qualche tentativo di presentare una nuova civiltà, l’ordine sociale prestabilito li ha considerati sognatori poco concreti, con progetti utopistici, che remavano contro gli innati elementi della natura umana.
Schierato contro questi pionieri sociali vi era un formidabile status quo costituito da interessi acquisiti, che si trovavano a proprio agio con il modo in cui stavano le cose, e un popolo che in generale, dopo anni di indottrinamento e condizionamenti, non voleva alcun cambiamento radicale. Questi ultimi sono stati i milioni di guardiani inconsapevoli dello status quo. La visione e la filosofia dei leaders erano coerenti con le loro diverse posizioni di vantaggio.
Nel 1898, Edward Bellamy scrisse il libro “Looking Backward” (nell’anno 2000: “Racconto Americano”). Egli concepì un sistema sociale ugualitario ideale con molte idee avanzate per il suo tempo. Questo libro di grande successo generò un grande interesse e molte persone domandarono come quel tipo di società utopistica cooperativa potesse essere realizzata. Ma Bellamy rispose che lui era solo uno scrittore e non sapeva come creare tale società.
Le proposte da lui presentate, assieme a quelle de “La Repubblica” di Platone, gli scritti di Karl Marx, H. G. Wells nel suo libro “The Shape of Things to Come” (“La forma delle cose a venire”) e molti altri, rappresentano tutti tentativi di trovare soluzioni applicabili ai molti problemi che civiltà precedenti non sono state capaci di risolvere. Ci sono pochi dubbi sul fatto che al tempo dei libri di Bellamy le condizioni sociali fossero abominevoli, il che rese l’ideale utopistico estremamente attraente.
Ciò che sembra essere mancato nella maggior parte di questi concetti, comunque, fu un piano generale e i metodi necessari per un sistema di transizione che permettesse all’idea di diventare una realtà. Molte delle precedenti visioni di un mondo migliore non consentirono cambiamenti nella tecnologia o nei valori umani, tendendo così ad arrestare gli sforzi innovativi. In aggiunta, in tutti è mancato un insieme integrale di piani tecnici, modelli e una metodologia per l’implementazione. Infine, sono mancati gli individui competenti che portassero a una tale transizione.
Le risposte non si trovano nel dibattito o nella discussione di valori, piuttosto nella metodologia. Perciò, quello di cui si necessita, è un piano operativo per un mondo migliore ed è il seguente: massimizzare costantemente le tecnologie esistenti e future con il solo scopo di migliorare l’intera vita umana e proteggere l’ambiente.
In questi tempi è stata sviluppata la tecnologia necessaria per sorpassare le più irrealistiche speranze e sogni di qualsiasi innovatore sociale del passato. Il fatto che precedenti tentativi di cambiamento sociale siano falliti non è per noi giustificazione per smettere di provarci. Il vero pericolo sta nell’auto-compiacimento. Le uniche limitazioni al futuro dell’Umanità sono quelle che ci imponiamo noi stessi. Adesso è possibile sollevare l’Umanità da molti dei suoi problemi irrisolti attraverso l’applicazione umanitaria della tecnologia.
Molti anni fa negli Stati Uniti fu condotto un tentativo per capire un sistema sociale ed economico diverso dal nostro. Un film chiamato “The March of Time” (“La Marcia del Tempo”) ebbe a dire questo a proposito del Comunismo Sovietico: “Crediamo che il sistema Americano della libera impresa funzionerà meglio del sistema collettivo. Comunque vi facciamo i migliori auguri per il vostro nuovo e insolito esperimento sociale”. Il fallimento del comunismo nel provvedere ai bisogni umani e di arricchire le vite dei suoi cittadini non è differente dai nostri fallimenti. Successo e fallimento sono entrambi inerenti al continuo esperimento che è l’evoluzione sociale. In ogni sistema sociale affermato è necessario escogitare differenti approcci per migliorare il funzionamento del sistema.
La scienza è piena di esempi sia di esperimenti che hanno fallito, sia di quelli che hanno avuto successo. Nello sviluppo dell’aeroplano, per esempio, vi furono migliaia di fallimenti prima che il primo modello funzionante fosse prodotto. Nel campo della medicina, il Dr. Erlich tentò oltre 600 differenti approcci nel controllare la sifilide prima di arrivare a quello che finalmente fu coronato da successo. Tutta la tecnologia che usiamo oggi, come computer, telefoni cellulari, internet, aerei e automobili è in costante stato di modifica e miglioramento.
Tuttavia, il nostro sistema sociale e i nostri valori rimangono in gran parte statici. Una scritta, in uno dei nostri edifici governativi, riporta la seguente frase: “Dove non c’è visione, la gente perisce”. Realizzare visioni richiede un cambiamento. La ragione principale della resistenza al cambiamento è la sua tendenza a minacciare gli interessi consolidati. In realtà la paura del cambiamento sociale è alquanto infondata se consideriamo che l’intera storia della civiltà è stata, in un certo senso, un esperimento. Anche il sistema Americano della libera impresa, durante i suoi primi passi, incontrò una moltitudine di problemi molto più seri di quelli odierni.
Questi comprendevano lunghi turni lavorativi, sfruttamento del lavoro minorile, ventilazione inadeguata negli stabilimenti industriali, mancanza di diritti per le donne e le minoranze, condizioni rischiose nelle miniere e pregiudizio razziale. Nonostante i suoi numerosi problemi, fu il più grande esperimento sociale in termini di diversità degli stili di vita e libertà individuali, innovazioni in architettura e tecnologia e progresso in generale. É imperativo che noi continuiamo il processo di sperimentazione sociale per poter trascendere le nostre attuali limitazioni e migliorare le vite di tutti.
Il futuro non dipende dalle nostre convinzioni o costumi sociali attuali ma continuerà a sviluppare un insieme di valori tipico del proprio tempo. Non ci sono “Utopie”. La stessa nozione di “Utopia” è statica. Comunque, la sopravvivenza di ogni sistema sociale dipende in ultima analisi dalla sua capacità di consentire i cambiamenti necessari a migliorare la società nel suo complesso. Le vie che scegliamo determineranno alla fine se c’è vita intelligente sulla Terra oppure no.
Nuove frontiere del cambiamento sociale
Si è spesso osservato che crisi comuni creano legami comuni. Mentre in tempi di prosperità la gente ricerca il proprio vantaggio, le sofferenze comuni tendono ad avvicinare le persone tra di loro. Abbiamo visto questo comportamento ripetersi in continuazione attraverso i secoli, durante inondazioni, carestie, incendi o altri disastri naturali. Una volta superata la minaccia, comunque, gli schemi della scarsità cominciano ancora una volta a riportare indietro le persone verso il loro comportamento di ricerca del vantaggio individuale.
Film sensazionalistici come Independence Day rappresentano un mondo unito nello scopo di respingere un’invasione da parte di un’ostile cultura aliena. In effetti sembra che l’unica forza in grado di mobilitare il mondo in una direzione unificata sia quella rappresentata da una minaccia comune, come una colossale meteora in rotta verso la Terra, o qualche altro grande evento catastrofico. Se un tale evento dovesse accadere, tutte le dispute di confine diventerebbero irrilevanti davanti all’imminente disastro.
E mentre in molti invocherebbero l’intervento divino per la salvezza, tutte le nazioni di sicuro combinerebbero i loro sforzi e chiederebbero alla scienza e alla tecnologia di occuparsi di questa minaccia comune. Banchieri, avvocati, uomini d’affari e politici verrebbero tutti scavalcati. Ogni risorsa verrebbe sfruttata e mobilitata senza preoccupazione per il costo o il profitto monetario. Sotto una condizione minacciosa di questo tipo la maggior parte della gente comprende dove risiede la chiave della propria sopravvivenza. Ad esempio, durante la Seconda Guerra Mondiale fu la mobilitazione collettiva sia di risorse umane che materiali a portare a una risoluzione positiva per gli Stati Uniti e i loro alleati.
Con l’aumento della quantità di informazione scientifica, nazioni e popoli cominciano a realizzare che anche nel mondo diviso di oggi ci sono, di fatto, molte minacce comuni che trascendono i confini nazionali. Queste includono sovrappopolazione, mancanza di energia, inquinamento, carenza d’acqua, catastrofe economica, diffusione di malattie incontrollabili, e così via. Tuttavia, pur messa di fronte a minacce di questa grandezza, comuni a tutte le nazioni, la direzione dell’azione umana non verrà alterata fintanto che potenti nazioni sono in grado di mantenere il controllo delle limitate risorse disponibili.
Sebbene molte persone, pubblicazioni e presentazioni multimediali ritraggano vari aspetti del futuro e dipingono spettacolari raffigurazioni degli sviluppi a venire in aree come trasporti, abitazioni e medicina, essi ignorano il fatto che in un’economia basata sulla moneta, i pieni benefici di questi sviluppi continuano a essere disponibili solo a relativamente poche persone. Ciò che non viene sfiorato è il come queste nuove tecnologie del futuro possono essere usate per organizzare società ed economie efficientemente e con equità, senza la necessità di conformità, cosicché ognuno possa beneficiarne. I pochi gruppi di esperti che si riuniscono per elaborare nuovi approcci per portare l’organizzazione sociale al passo con le capacità tecnologiche di oggi non trattano il cambiamento sociale come un progetto globale di sistemi.
E nemmeno ci sono piani sociali generali nel governo o nell’industria per eliminare totalmente l’effetto negativo della sostituzione delle persone con le macchine, né sembra esserci alcuna genuina preoccupazione nel far questo. Molte persone credono che in qualsiasi evento di rottura sociale il governo porterà i cambiamenti necessari per la loro sopravvivenza. Ciò è altamente improbabile. Nell’eventualità di una tale rottura il governo esistente dichiarerebbe più probabilmente lo stato di emergenza nel tentativo di prevenire il caos totale. Subito dopo istituirebbe misure per scongiurare problemi immediati, tentando allo stesso tempo di preservare le istituzioni e le strutture di potere esistenti, anche qualora queste fossero un fattore principale che contribuisce ai problemi.
Molte persone nel corso della storia hanno incaricato politici con il compito di eseguire azioni che non erano in alcun modo nel migliore interesse della società. Le ragioni di questo diventano più chiare quando uno realizza che anche nelle democrazie moderne questi leader non portano benefici alle vite delle persone comuni. Piuttosto, essi mantengono le posizioni preferenziali di gran parte dell’ordine prestabilito. Ci sono crescenti indicazioni della consapevolezza da parte di persone in molte aree del mondo che gli eventi sono andati oltre il controllo dei loro leader politici. Vediamo dappertutto figure politiche e partiti che vanno e vengono, strategie politiche adottate e poi scartate per la loro incapacità di soddisfare le richieste di una o dell’altra fazione.
La ragione per cui non consigliamo di scrivere al vostro rappresentante politico o ad alcuna agenzia governativa, è che essi mancano della necessaria conoscenza per affrontare i nostri problemi. Il loro sforzi sono concentrati nel preservare sistemi esistenti, non nel cambiarli. Sembra che all’interno delle società di oggi siano pochi quelli che sono disposti a farsi gradualmente da parte. Nelle moderne società industriali la causa dell’inazione sta nel lento e complicato processo politico stesso, un anacronismo in un’era in cui la maggior parte delle decisioni su ogni questione importante possono essere prese in un attimo, tramite l’inserimento oggettivo dei dati pertinenti nei computer.
Le condizioni preliminari tali da attuare realmente il cambiamento sociale giungeranno quando le condizioni saranno deteriorate a tal punto che i governi, i politici e le istituzioni sociali non avranno più il supporto e la fiducia della gente. Quello che una volta funzionava verrà riconosciuto come non più rilevante. Se solo il pubblico fosse meglio informato allora sarebbe possibile introdurre una organizzazione sociale nuova e migliorata.
Sfortunatamente oggi la maggioranza delle persone reagisce a risposte semplicistiche, il che tende a far ripetere il ciclo degli eventi. Molti dei vecchi schemi riemergono quando le persone, messe di fronte a condizioni sociali intollerabili, tentano di trovare qualcuno o qualcosa da incolpare per tali condizioni, come ad esempio minoranze, immigrati, negligenza nell’aderire ai principi religiosi o ai valori familiari o le influenze di qualche inspiegabile forza soprannaturale.
Un vero cambiamento sociale non è causato da uomini e donne ragionevoli e di buona volontà a livello personale. Il concetto che sedendosi e parlando ad altri individui si possa cambiarne i valori è molto improbabile. Se la persona a cui si parla non possiede la conoscenza fondamentale del funzionamento dei principi scientifici e dei processi delle leggi naturali è difficile per essa capire come le varie parti si connettono insieme come elementi di un tutto.
La soluzione dei nostri problemi non giungerà attraverso l’applicazione di logica e ragionamento. Sfortunatamente, al momento non viviamo in un mondo logico o ragionevole. Non sembrano esserci testimonianze storiche di alcun leader di una società affermata che deliberatamente e dettagliatamente abbia riprogettato una cultura per adattarla ai tempi in cambiamento. Anche se non c’è dubbio che i leader politici modificano, fino a un certo punto, qualche modo di comportamento, i veri fattori responsabili del cambiamento sociale sono portati da pressioni biosociali, inerenti a tutti i sistemi sociali. Il cambiamento è portato da eventi naturali o economici che influenzano negativamente le situazioni contingenti di un gran numero di persone.
Alcune delle pressioni biosociali responsabili del cambiamento sociale sono: risorse limitate, guerre, sovrappopolazione, epidemie, disastri naturali, recessione economica, ridimensionamento su larga scala, rimpiazzamento tecnologico delle persone con le macchine e fallimento da parte degli eletti in carica di risolvere tali problemi. L’introduzione del mezzo monetario nel processo di scambio ha portato a un significativo cambiamento nella società, così come fecero l’introduzione dell’agricoltura meccanizzata e la Rivoluzione Industriale.
Sfortunatamente il sorpassato ordine sociale, politico e internazionale del mondo non è più appropriato a questi tempi. Queste istituzioni obsolete sono incapaci di afferrare l’importanza della tecnologia innovativa nel realizzare il maggior bene di tutte le persone e nel vincere le disuguaglianze imposte su così tanti. Competizione e scarsità hanno causato lo svilupparsi di un’atmosfera di gelosia e diffidenza tra gli individui e le nazioni.
I concetti di diritto di proprietà, proprietà intellettuale, diritto d’autore e brevetto manifestati in entità aziendali e in stati sovrani, precludono il libero scambio di informazioni necessario per affrontare le sfide globali. L’Unione Europea rappresenta un tentativo di creare un ponte tra presente e futuro, ma manca di molto l’obiettivo in quanto si sostiene sulla stampella del sistema monetario.
Non possiamo regredire a valori tradizionali che non trovano più applicazione. Qualsiasi tentativo di retrocedere a metodi del passato condannerebbe incalcolabili milioni di persone a una vita di miseria, fatica e sofferenza non necessarie.
Comunque, puntualizzare i fattori limitanti che possono minacciare la sopravvivenza di tutte le nazioni non è abbastanza. La sfida che tutte le culture dovranno affrontare in questa età tecnologica, alcune più di altre, è quella di fornire una transizione più morbida che introduca un modo più appropriato di pensare a noi stessi, all’ambiente e alla gestione delle questioni umane.
La sopravvivenza ultima del genere umano dipende dalla pianificazione su scala globale e sulla ricerca in cooperazione di nuove alternative con un relativo orientamento verso assetti sociali migliorati. L’accesso universale alle risorse è essenziale se l’Umanità vuole raggiungere la reciproca prosperità.
Parallelamente all’introduzione di nuovi paradigmi riguardo preoccupazioni umane e ambientali, ci deve essere una metodologia per fare di ciò una realtà. Se si vogliono raggiungere questi fini probabilmente il sistema monetario sarà sorpassato da un’economia mondiale basata sulle risorse. Allo scopo di poter utilizzare le risorse efficacemente ed economicamente, la necessaria tecnologia computerizzata e cibernetica può col tempo essere applicata per assicurare a tutti un più alto standard di vita. Con l’applicazione intelligente e umana della scienza e della tecnologia le nazioni del mondo possono guidare e modellare il futuro per la conservazione dell’ambiente e dell’Umanità.
Ciò che è necessario per realizzare una società globale è un piano progettuale complessivo pratico e internazionalmente accettabile. È necessario, inoltre, un consiglio di pianificazione internazionale in grado di illustrare il progetto e i vantaggi ottenibili attraverso l’unificazione mondiale. Questa proposta potrebbe essere presentata nel linguaggio corrente, in un modo che persone non tecniche possano facilmente comprendere.
In realtà, nessuno dovrebbe prendere decisioni su come questo progetto debba essere strutturato. Deve essere basato sulla capacità di supporto del nostro pianeta, le sue risorse, le necessità umane, e simili. Per sostenere la nostra civiltà dobbiamo coordinare tecnologia avanzata e risorse disponibili in una strategia di sistemi globali che sia completa e umana.
Non c’è dubbio che molte delle professioni che ci sono familiari oggi saranno col tempo eliminate. Con la velocità con cui le cose stanno cambiando, un vasto assortimento di occupazioni obsolete scomparirà più rapidamente e in modo più esteso che in ogni altra epoca storica. In una società che applica una strategia sistemica, queste professioni verranno sostituite con gruppi interdisciplinari: gli analisti dei sistemi, programmatori di computer, ricercatori di funzionalità, e coloro che interconnettono il mondo in vaste reti di telecomunicazioni assistite da computer digitali ad alta velocità. Essi ci guideranno alla fine verso metodi di intervento sociale su larga scala basati sui computer. Gli interventi sociali sono oggi di gran lunga troppo complicati da gestire per qualsiasi politico eletto.
Sembra che la maggior parte dei politici non prestino seriamente attenzione a questo e ad altri problemi. Solo in tempi di guerra o di emergenze nazionali invochiamo e raduniamo gruppi interdisciplinari per aiutarci a trovare soluzioni praticabili a problemi sociali in evoluzione. Se applichiamo gli stessi sforzi di mobilitazione scientifica di quando siamo in guerra, benèfici effetti su larga scala possono essere ottenuti in un tempo relativamente breve. Ciò può essere prontamente realizzato utilizzando molte delle nostre università, strutture di formazione e personale per determinare nel modo migliore possibili metodi alternativi di risolvere tali problemi. Questo potrebbe infine aiutarci a definire i possibili parametri transizionali per il futuro di una civiltà globale sostenibile.
Il processo del cambiamento sociale deve permettere condizioni mutevoli che aggiornino in continuazione i parametri di progettazione e consentano l’influsso di nuove tecnologie nelle culture emergenti. Gruppi di progettazione, utilizzando computer socialmente integrati, verrebbero automaticamente informati circa i nuovi sviluppi. Essendo questo processo in continuo aggiornamento, genererebbe un più appropriato codice di condotta. Per appropriata condotta intendiamo le procedure necessarie a realizzare un determinato compito.
Tutte le limitazioni che ci vengono imposte dal nostro attuale sistema monetario potrebbero essere superate ottenendo il consenso globale a un’economia mondiale basata sulle risorse, in cui tutte le risorse planetarie sono viste e trattate come l’eredità comune di tutti gli abitanti della Terra. In questo modo la Terra e le nostre procedure tecnologiche ci fornirebbero un approvvigionamento senza limiti di beni materiali e servizi senza creazione di alcun tipo di debito o tassazione.
Il sistema monetario obsoleto
Nonostante abili pubblicitari ci spingano a credere altrimenti, nelle odierne economie basate sulla moneta ogni qualvolta viene introdotta nuova tecnologia, le sue conseguenze sulle persone, sono di ben poco interesse a quelli che introducono la tecnologia – eccetto che, naturalmente, come clienti. In un sistema basato sulla moneta la maggior preoccupazione dell’industria è il profitto, mantenere un vantaggio competitivo e curare gli utili piuttosto che il benessere dell’Umanità. I problemi sociali che scaturiscono dalla disoccupazione di massa delle persone, rese obsolete dall’infusione di automazione, sono considerati irrilevanti, se mai vengono considerate.
Qualsiasi necessità che possa essere soddisfatta è secondaria all’acquisire un profitto negli affari. Se il profitto è insufficiente, il servizio viene sospeso. Ciò che l’industria cerca di fare è di migliorare il vantaggio competitivo per incrementare il margine di profitto per i suoi azionisti. Impegnarsi nella produzione di beni e servizi che abbiano come scopo migliorare le vite delle persone, non fa l’interesse di una società basata sulla moneta.
Con la crescente consapevolezza pubblica nei riguardi di effetto serra, piogge acide, inquinamento di acqua e aria, ecc. anche alcune aziende stanno anche cominciando a realizzare che per sostenere la loro presenza sul mercato è nel loro miglior interesse prestare attenzione alle preoccupazioni sociali e ambientali. Se da una parte tali tendenze sono lodevoli, esse sono insufficienti come metodo per risolvere i problemi generali dei rifiuti, del degrado ambientale e della sofferenza umana superflua.
Il sistema monetario è stato un utile, ma provvisorio strumento, posto in essere come mezzo per applicare un valore alla scarsità di oggetti e lavoro. Naturalmente il sistema monetario ha rimpiazzato il sistema del baratto, che implicava lo scambio diretto di oggetti e lavoro. Tuttavia, così come in passato non c’era uno standard di baratto universale, non c’è oggi un sistema monetario globale. Individui e gruppi, ora come nel passato, necessitano comunque di scambiare oggetti e lavoro per i beni e i servizi di oggi. L’ineguale distribuzione di abilità, risorse e materiali nel mondo rende necessario lo scambio commerciale globale.
Il sistema monetario ha funzionato, fino a un certo punto, fino a qualche decennio fa. La popolazione globale di tre miliardi non stava consumando in eccesso le risorse e l’energia mondiali, il riscaldamento globale non era evidente e l’inquinamento di aria e acqua era riconosciuto solo da relativamente pochi. L’inizio del 21esimo secolo, tuttavia, trova la popolazione globale a sei miliardi in crescita esponenziale, con le risorse e le scorte d’energia in diminuzione, il riscaldamento globale divenuto una realtà e l’inquinamento evidente ovunque nel mondo.
Il pianeta Terra è in crisi e la maggioranza della popolazione mondiale non riesce a soddisfare i propri bisogni di base perché la gente non ha i mezzi per acquistare risorse sempre più costose. Il denaro è ora il fattore determinante dello standard di vita delle persone, piuttosto che la disponibilità delle risorse.
In un sistema monetario il potere d’acquisto non è relativo alla nostra capacità di produrre beni e servizi. Per esempio, durante una recessione ci sono CD nelle vetrine dei negozi e automobili nelle concessionarie, ma molta gente non ha il potere d’acquisto per comprarli. La Terra è sempre lo stesso posto; sono solo le regole del gioco che sono obsolete e creano conflitto, deprivazione e inutile sofferenza umana.
Nella cultura del profitto di oggi, non produciamo beni basandoci sulle necessità umane. Non costruiamo case in base al bisogno della popolazione. Non coltiviamo cibo per nutrire le persone. La motivazione principale dell’industria è il profitto.
Il sistema monetario è ora un impedimento alla sopravvivenza piuttosto che un mezzo per facilitare l’esistenza e la crescita individuale. Questo strumento immaginario è sopravvissuto alla sua utilità. Le limitazioni sulla popolazione della Terra causate adesso dal costrutto monetario possono essere eliminate per fasi. Ciò di cui la gente ha bisogno non è il denaro ma l’accesso ai beni e ai servizi. Dato che l’Umanità necessita di risorse per esistere, il sistema sostitutivo dovrebbe fornire tali risorse direttamente alle persone, senza l’impedimento dell’interesse finanziario e politico per il proprio guadagno privato alle spese delle vite e del sostentamento del popolo. Il sistema sostitutivo è quindi logicamente un’economia basata sulle risorse. Questa economia globale basata sulle risorse verrebbe gradualmente introdotta per fasi mentre il sistema monetario verrebbe abbandonato.
Tutti i sistemi economici del mondo – socialismo, comunismo, fascismo e anche il tanto vantato sistema capitalista della libera impresa – perpetuano la stratificazione sociale, l’elitarismo, il nazionalismo e il razzismo, basati in primo luogo sulla disparità economica. Fintantoché un sistema sociale usa il denaro o lo scambio, la popolazione e le nazioni cercheranno di mantenere posizioni di vantaggio differenziale. Se non possono farlo attraverso mezzi commerciali faranno ricorso all’intervento militare.
La guerra rappresenta il supremo fallimento da parte delle nazioni di risolvere le loro differenze. Da un punto di vista strettamente pragmatico è il più inefficiente spreco di vite e di risorse mai concepito da qualsiasi creatura sul pianeta. Questo modo rozzo e violento di tentare di risolvere differenze internazionali ha assunto toni ancor più minacciosi con l’avvento di elaborati sistemi computerizzati di gittata termonucleare, malattie e gas mortali, e la minaccia di sabotaggio delle reti computerizzate di una nazione. Nonostante il loro desiderio di ottenere la pace, le nazioni di solito mancano della conoscenza di come arrivare a soluzioni pacifiche.
La guerra non è l’unica forma di violenza che viene imposta sulla popolazione nei paesi sviluppati e in via di sviluppo da inadeguate organizzazioni sociali. Ci sono anche fame, povertà e scarsità. Finché c’è l’utilizzo del denaro, la creazione di debito e la mancanza di sicurezza economica, queste condizioni perpetueranno il crimine, l’illegalità e il risentimento. Le proclamazioni sulla carta e i trattati non alterano le condizioni di scarsità e insicurezza. E il nazionalismo tende solo ad aiutare a propagare la separazione delle nazioni e dei popoli del mondo.
Neppure la firma di un trattato di pace può evitare un’altra guerra se le cause di fondo non vengono affrontate. Gli aspetti impraticabili della legge internazionale tendono a congelare le cose così come stanno. Tutte le nazioni che hanno conquistato territori in giro per il mondo attraverso la forza e la violenza manterrebbero comunque le loro posizioni di vantaggio territoriale e di risorse. Sia che ce ne rendiamo conto o no, tali accordi servono solo come sospensioni temporanee del conflitto.
Tentare di trovare soluzioni ai monumentali problemi all’interno della nostra società presente servirà solo come rattoppo temporaneo, prolungando un sistema obsoleto. In questo mondo in costante cambiamento non è più una questione per noi di scegliere se fare i cambiamenti necessari; adesso è obbligatorio che noi accettiamo questa sfida e adottiamo queste nuove esigenze oppure affrontiamo l’inevitabile declino della nostra presente istituzione sociale ed economica.
Questo è il dilemma che dobbiamo prendere di petto, e le soluzioni a cui arriviamo devono essere adeguate alle circostanze del “mondo reale”. Non sembra esserci altro modo che aggiornare la nostra prospettiva e creare una nuova direzione relegando i vecchi valori alle civiltà del passato. Sfortunatamente, questo potrebbe non essere realizzato prima del punto di non ritorno nell’economia globale.
Economia basata sulle risorse
Viene qui presentato un approccio diretto alla riprogettazione di una cultura, in cui le vetuste inadeguatezze di guerra, povertà, fame, debito e inutile sofferenza umana sono viste non solo come evitabili ma totalmente inaccettabili. Questo nuovo progetto sociale lavora verso l’eliminazione delle cause di base che sono responsabili di molti dei nostri problemi. Ma, come detto in precedenza, non possono essere eliminate dall’interno della struttura dell’attuale istituzione monetaria e politica. Il comportamento umano è soggetto alle stesse leggi che governano tutti gli altri fenomeni fisici. I nostri costumi, comportamenti e valori sono prodotti della nostra cultura. Nessuno nasce con avidità, pregiudizio, fanatismo e odio; questi si apprendono. Se non si cambia l’ambiente, problemi simili si ripresenteranno.
Queste aspirazioni non si possono realizzare in una società dello spreco e sfruttamento umano basata sul denaro. Con la sua obsolescenza pianificata, trascuratezza dell’ambiente, spese militari scandalose e i modi sorpassati di tentare di risolvere problemi attraverso la messa in vigore di leggi, questi metodi sono destinati al fallimento. Inoltre, la convinzione che avanzate tecnologie porteranno a un miglioramento nella qualità della vita per la maggior parte delle persone non è reale in un sistema monetario. Sempre più aziende stanno adottando gli enormi benefici dell’automazione, con il risultato di incrementare la produzione con meno personale.
La preoccupazione delle compagnie per il profitto a breve termine risulterà alla fine nella morte delle economie mondiali basate sulla moneta. Se il sistema monetario continua a operare, saremo messi di fronte alla condizione di ulteriore disoccupazione tecnologica, chiamata oggi ridimensionamento. Dal 1990 al 1995 le aziende hanno licenziato la cifra sbalorditiva di 17.1 milioni di lavoratori, molti di questi a causa dell’automazione. Entro i confini del futuro prevedibile l’automazione continuerà a rimpiazzare le persone, risultando nella mancanza di potere d’acquisto per questi lavoratori messi in mobilità. Nonostante i mercati globali in espansione, il costo umano in termini di lavoratori in mobilità e un popolo di de-privilegiati porteranno inevitabilmente enormi e ingestibili problemi sociali.
Durante il decennio del 1930, all’apice della Grande Depressione, l’amministrazione Roosevelt mise in vigore una nuova legislazione sociale disegnata per minimizzare le tendenze rivoluzionarie e per far fronte ai problemi della disoccupazione. I lavori vennero forniti attraverso l’Amministrazione per il Progresso dei Lavori, i Corpi di Conservazione Civile, l’Atto di Ripresa Nazionale, gruppi transitori e progetti delle Arti Federali.
Alla fine, però, fu la Seconda Guerra Mondiale a tirare fuori gli Stati Uniti da quella depressione mondiale. Se permettiamo alle attuali condizioni di avere il loro corso naturale, saremo presto di fronte a un’altra recessione internazionale di potenzialmente maggiore vastità. Al tempo di questa depressione gli Stati Uniti avevano solo 600 aerei da combattimento di prima classe all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, aumentammo rapidamente la produzione a 90.000 aerei all’anno.
Avevamo abbastanza soldi per pagare le implementazioni richieste dalla guerra? La risposta è no. Né avevamo sufficiente oro. Ma avevamo risorse più che sufficienti. Furono le risorse e il personale disponibili che misero gli Stati Uniti in grado di raggiungere la produzione e l’efficienza richieste per vincere la guerra. Purtroppo, un tale sforzo estremo è preso in considerazione solamente in tempi di guerra o disastri.
Viviamo in una cultura che sembra lavorare collettivamente solo in risposta a crisi. Soltanto in tempi di guerra invitiamo e assembliamo gruppi interdisciplinari per rispondere a una minaccia di aggressione umana. Solo in tempi di emergenza nazionale facciamo la stessa cosa per risolvere una minaccia naturale o causata dall’uomo. Raramente, se mai, impieghiamo uno sforzo concertato per aiutare a trovare soluzioni praticabili ai problemi sociali. Se applicassimo gli stessi sforzi di mobilitazione scientifica che facciamo durante una guerra o un disastro verso il miglioramento sociale, risultati su larga scala potrebbero essere ottenuti in un tempo relativamente breve.
La Terra ha ancora abbondanti risorse. Oggi la nostra pratica di razionare le risorse attraverso metodi monetari è irrilevante e controproducente al benessere delle persone. La società di oggi ha accesso a tecnologie altamente avanzate e può facilmente provvedere più che a sufficienza per uno standard di vita molto alto per tutta la popolazione della Terra. Questo è possibile attraverso l’implementazione di un’economia basata sulle risorse.
Detto semplicemente, un’economia basata sulle risorse utilizza risorse esistenti invece che denaro e fornisce un metodo equo di distribuzione nel modo più umano ed efficiente per tutta la popolazione. È un sistema nel quale tutte le risorse, sia naturali, fatte a mano, fatte a macchina o sintetiche sono disponibili senza l’uso dei soldi, di credito, di baratto o di qualsiasi altra forma di scambio simbolico.
Un’economia basata sulle risorse utilizza le risorse esistenti dalla terra e dal mare, e i mezzi di produzione, come attrezzatura fisica e impianti industriali, per migliorare le vite dell’intera popolazione. In un’economia basata su risorse piuttosto che sul denaro potremmo facilmente produrre tutto il necessario per vivere e fornire un tenore di vita di elevato standard a tutti.
Per chiarire ulteriormente il concetto di economia basata su risorse considera questo esempio: un gruppo di persone è bloccato su un’isola con un enorme potere d’acquisto comprendente oro, argento e diamanti. Tutta questa ricchezza sarebbe irrilevante alla loro sopravvivenza se l’isola avesse poche risorse come cibo, aria pulita e acqua. Solo quando la popolazione eccede la capacità produttiva della terra emergono problemi come avidità, crimine e violenza. D’altra parte, se la gente fosse bloccata su un’isola che è abbondante in risorse naturali tale da produrre più del necessario per la sopravvivenza, allora un sistema monetario sarebbe irrilevante.
È solamente quando le risorse sono scarse che il denaro può essere usato per controllare la loro distribuzione. Uno non potrebbe, ad esempio, vendere l’aria che respiriamo, la sabbia sulla spiaggia, o l’acqua salata dell’oceano a qualcun altro sull’isola che ha ugualmente accesso a tutte queste cose. In un’economia basata sulle risorse tutte le risorse del mondo sarebbero ritenute patrimonio comune di tutta la popolazione della Terra, superando quindi alla fine la necessità di confini artificiali che separano le persone: questo è l’imperativo unificante.
Dobbiamo qui enfatizzare che questo approccio al governo globale non ha proprio niente in comune con le presenti mire di un’Elite aziendale di formare un governo mondiale con sé stessa e le grandi aziende in controllo, e la vasta maggioranza della popolazione mondiale subordinata a esse. La globalizzazione in un’economia basata su risorse dà il potere a ogni singola persona sul pianeta di essere il meglio che possa essere, non di vivere in miserabile sottomissione a un consiglio di amministrazione aziendale.
Tutti i sistemi sociali socioeconomici, a prescindere dalla filosofia politica, fede religiosa o costumi sociali, in ultima analisi fanno affidamento su risorse naturali, ad esempio aria pulita, acqua e terra coltivabile, e sulla tecnologia e personale necessari per mantenere un alto standard di vita. Questo può essere realizzato attraverso l’applicazione intelligente e umana della scienza e della tecnologia. La vera ricchezza di qualsiasi nazione risiede nelle sue risorse sviluppate e potenziali e nelle persone che lavorano per l’eliminazione della scarsità e lo sviluppo di un modo di vivere più umano.
Un’economia basata sulle risorse usa la tecnologia per vincere la scarsità di risorse utilizzando fonti di energia rinnovabili; computerizzando e automatizzando la produzione, l’inventario e la distribuzione; progettando città sicure ed efficienti dal punto di vista energetico; fornendo un servizio sanitario universale e l’educazione relativa; e soprattutto, generando un nuovo sistema di incentivo basato sulla preoccupazione per l’uomo e per l’ambiente.
Sfortunatamente oggi la scienza e la tecnologia sono state dirottate da questi fini per ragioni di interesse personale e guadagno monetario tramite la rinuncia consapevole all’efficienza, o attraverso l’obsolescenza pianificata. Per esempio, è un ironico stato di cose che il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, la cui funzione è di condurre la ricerca sui modi per ottenere una maggiore resa per acro dei raccolti di grano, paghi i coltivatori per non produrre a piena capacità quando molta gente soffre la fame.
Un altro esempio è la scelta di alcune compagnie di scaricare illegalmente rifiuti solidi negli oceani e nei fiumi per risparmiare dei soldi, quando ci sono a disposizione metodi di smaltimento più sani ecologicamente. Un terzo esempio è la mancata installazione da parte di alcune industrie di precipitatori elettrostatici nelle ciminiere delle loro fabbriche per prevenire che il particolato venga rilasciato nell’atmosfera, nonostante la tecnologia sia disponibile da oltre 75 anni. Il sistema monetario non applica sempre metodi conosciuti che servano nel miglior modo le persone e l’ambiente.
In un’economia basata sulle risorse, l’aspetto umano è di primaria importanza e la tecnologia è subordinata a questo. Ciò risulta in un considerevole aumento del tempo libero. In un’economia in cui la produzione è realizzata principalmente dalle macchine, e i prodotti e i servizi sono disponibili a tutti, i concetti di “lavoro” e “guadagnarsi da vivere” divengono irrilevanti. Ma se le conseguenze umane dell’automazione rimangono irrisolte, come lo sono oggi, questo rende molto meno importanti tutti gli avanzamenti della scienza e tecnologia.
L’utilizzo dei sistemi computerizzati ad alta velocità e grande capacità di oggi, altrimenti conosciuti come “l’Autostrada dell’Informazione” o Internet, possono assisterci a definire le variabili e i parametri richiesti per il funzionamento di un’economia basata su risorse che si conforma alle necessità dell’ambiente. Il sovra-sfruttamento di risorse è inutile e sorpassato.
Molta gente è convinta che ci sia troppa tecnologia oggi nel mondo, e che la tecnologia è la causa principale dell’inquinamento ambientale. Le cose non stanno così. Piuttosto, è l’abuso e il cattivo uso della tecnologia che dovrebbe preoccuparci principalmente. In termini molto semplici, un martello può essere utilizzato per costruire un edificio o per uccidere un’altra persona. Non è il martello il problema, ma il come è usato.
La “cibernetizzazione”, ovvero l’applicazione di computer e automazione al sistema sociale, potrebbe essere considerata come una proclamazione di emancipazione per il genere umano se usata in modo umano e intelligente. La sua precisa applicazione potrebbe col tempo permettere alle persone di avere il più alto standard di vita concepibile praticamente senza lavoro. Per la prima volta nella storia dell’Umanità può liberare la gente da una routine altamente strutturata e imposta dall’esterno fatta di attività banale e ripetitiva. Può permettere di ritornare al concetto “greco” di tempo libero, dove gli schiavi facevano la maggior parte del lavoro e gli uomini avevano il tempo per coltivare le loro menti.
La differenza essenziale è che in futuro ognuno di noi comanderà più di un milione di schiavi ma saranno schiavi meccanici ed elettrici, non nostri simili esseri umani. Questo porrà termine per sempre al degradante sfruttamento di qualsiasi essere umano da parte di un altro così che egli o ella viva una vita abbondante, produttiva e meno stressante. Forse l’aiuto più grande al miglioramento della sopravvivenza del genere umano è l’introduzione della cibernetizzazione, del computer elettronico e dell’intelligenza artificiale che potranno molto probabilmente salvare la razza umana dalle sue stesse inadeguatezze.
Un’economia basata sulle risorse richiede la riprogettazione delle nostre città, dei sistemi di trasporto e degli impianti industriali affinché siano efficienti energeticamente, puliti e provvedano convenientemente alle necessità di tutti sia materialmente che spiritualmente. Queste nuove città cibernetiche avrebbero il loro sistema nervoso autonomo di sensori elettrici esteso in tutte le aree del complesso sociale. La loro funzione sarebbe quella di coordinare un equilibrio tra produzione e distribuzione e di gestire il funzionamento di un’economia bilanciata.
Le decisioni vengono prese sulla base delle informazioni di risposta dell’ambiente. Nonostante l’odierna mania per la sicurezza nazionale, e le conseguenti intrusioni negli affari personali di ognuno, in un’economia basata sulle risorse su scala mondiale dove nessuno ha bisogno di prendere da nessun altro, sarebbe considerato socialmente offensivo e controproducente avere macchine che controllino le attività degli individui. In effetti una tale intrusione non avrebbe nessuno scopo utile.
Per capire meglio il funzionamento della cibernetizzazione nel sistema della città, ad esempio, nella cintura agricola le sonde elettroniche interrate nel suolo manterrebbero automaticamente un inventario costante della falda freatica, delle condizioni del suolo, dei nutrienti, ecc. e agirebbero appropriatamente senza il bisogno dell’intervento umano. Questo metodo di feedback elettronico industriale potrebbe essere applicato all’intera gestione di un’economia globale.
Tutte le materie prime usate per fabbricare i prodotti possono essere trasportate direttamente agli stabilimenti da “sequenze” di trasporto automatizzato come navi, monorotaia, treni, condutture e tubi pneumatici, e simili. Tutti i sistemi di trasporto sono interamente utilizzati in entrambe le direzioni. Non ci sarebbero camion, treni o mezzi di trasporto vuoti in viaggio di ritorno. Non ci sarebbero treni merci parcheggiati nelle stazioni di carico in attesa di un ciclo commerciale per il loro utilizzo.
Un sistema automatico di inventario sarebbe connesso sia ai centri di distribuzione che agli stabilimenti di produzione, coordinando quindi la produzione nel soddisfare la domanda e fornendo una valutazione costante delle preferenze e delle statistiche del consumo. In questo modo può essere assicurata un’economia dal carico bilanciato e possono essere eliminate carenze, eccedenze e sprechi.
Il metodo per la distribuzione di beni e servizi in un’economia basata sulle risorse senza l’uso di denaro o buoni di acquisto può essere realizzato attraverso la creazione di centri di distribuzione. Questi centri di distribuzione sarebbero simili a una biblioteca pubblica o a un’esposizione, dove i vantaggi di nuovi prodotti possono essere spiegati e dimostrati. Per esempio, se uno dovesse visitare il Parco Nazionale di Yellowstone, potrebbe ritirare una macchina fotografica o una videocamera sul posto, usarla, e se non vuole tenerla, restituirla a un altro centro di distribuzione o punto di deposito a portata di mano, eliminando così la necessità dell’individuo di custodire e mantenere l’apparecchiatura.
In aggiunta ai centri computerizzati, che sarebbero distribuiti tra le varie comunità, ci sarebbe la funzionalità di teletrasmissione su schermo piatto di immagini 3-D direttamente nella comodità della propria casa. Se si desidera un oggetto, lo si ordinerebbe e l’oggetto potrebbe essere automaticamente consegnato direttamente presso il luogo di residenza di una persona.
Con l’infusione di un’economia mondiale basata sulle risorse e tentando il tutto per tutto nello sviluppo di nuove fonti pulite e rinnovabili di energia (come quella geotermica, la fusione controllata, concentratori di calore solare, quella fotovoltaica, quella eolica, quella del moto ondoso, l’energia mareomotrice e i combustibili dagli oceani), saremo alla fine in grado di avere energia in quantità illimitata che potrà servire alla civiltà per migliaia di anni.
Per meglio comprendere il significato di un’economia basata sulle risorse considera questo: Se tutti i soldi nel mondo scomparissero improvvisamente, fintantoché il terreno coltivabile, gli stabilimenti e le altre risorse fossero lasciate intatte noi potremmo costruire qualsiasi cosa scegliessimo di costruire e soddisfare ogni necessità umana. Non è il denaro ciò di cui la gente necessita, ma piuttosto è la libertà di accedere alla maggior parte delle loro necessità senza doversi mai appellare ad alcuna burocrazia governativa o a qualsiasi altro ente. In un’economia basata sulle risorse i soldi diventerebbero irrilevanti. Tutto ciò che sarebbe richiesto sono le risorse, la produzione e la distribuzione dei prodotti.
Prendi l’automobile, ad esempio. Per poter effettuare la manutenzione di automobili ordinarie oggi dobbiamo rimuovere un bel po’ di pezzi prima di arrivare al motore. Perché sono fatte così complicate? La ragione è semplicemente che la facilità di riparazione non rientra nell’interesse dei costruttori. Loro non devono pagare per riparare la macchina. Se dovessero farlo, ti posso assicurare che progetterebbero automobili che consistono di componenti modulari che potrebbero essere facilmente disinnestate, rendendo quindi più agevole l’accesso al motore. Tale costruzione sarebbe tipica in un’economia basata sulle risorse.
Molti dei componenti nell’automobile sarebbero facilmente smontabili per risparmiare tempo ed energia nei rari casi di riparazione, dato che nessuno trarrebbe profitto nel riparare automobili o qualsiasi altro prodotto. Di conseguenza, tutti i prodotti sarebbero della più alta qualità e sarebbero semplificati per praticità di manutenzione. Unità di autotrasporto ingegnerizzate in questo modo possono essere facilmente progettate per essere esenti da manutenzione per molti anni.
Tutti i componenti della macchina potrebbero essere facilmente sostituiti quando necessario con tecnologie migliorate. In ultimo, con lo sviluppo di cuscinetti a sospensione magnetica, lubrificazione e usura verrebbero relegati al passato. Sensori di prossimità nei veicoli impedirebbero collisioni, riducendo ulteriormente la necessità di riparazioni e messe a punto.
Questo stesso procedimento sarebbe utilizzato per tutti gli altri prodotti. Tutti i dispositivi industriali sarebbero disegnati per il riciclaggio. Comunque, la durata di vita dei prodotti sarebbe aumentata significativamente grazie alla progettazione intelligente ed efficiente, riducendo perciò gli sprechi. Non ci sarebbe alcuna “obsolescenza pianificata”, dove prodotti sono deliberatamente concepiti per usurarsi o rompersi. In un’economia basata sulle risorse la tecnologia applicata intelligentemente ed efficientemente conserverà l’energia, ridurrà le scorie e offrirà più tempo libero. Durante la transizione, la settimana lavorativa potrebbe essere scaglionata così da eliminare gli ingorghi stradali o il sovraffollamento in tutte le aree di attività umana, incluse spiagge e zone ricreative.
Molti sistemi di confezionamento verrebbero standardizzati, necessitando di meno spazio di stoccaggio e facilitando la movimentazione. Per eliminare rifiuti come giornali, riviste, libri e altre pubblicazioni, questi potrebbero essere rimpiazzati, ad esempio, da un processo elettronico in cui una pellicola sensibile alla luce viene posta sopra un monitor o TV producendo una stampa temporanea. Questo materiale sarebbe in grado di mantenere le informazioni fino alla loro cancellazione. Questo conserverebbe le nostre foreste e migliaia di tonnellate di carta, che gioca uno dei ruoli principali del processo di riciclaggio. Alla fine, la maggior parte degli elementi cartacei non sarebbe più necessaria, es. pubblicità, banconote, posta, giornali, elenchi telefonici.
Nel superare la necessità di professioni che sono basate sul sistema monetario, come avvocati, contabili, banchieri, compagnie di assicurazione, pubblicitari, personale di vendita e operatori di borsa, una considerevole quantità di scarti e personale non produttivo potrebbe essere eliminata. Enormi quantità di tempo ed energia verrebbero inoltre risparmiate eliminando la duplicazione di prodotti in concorrenza. Invece di avere centinaia di differenti impianti di produzione più tutta la documentazione cartacea e il personale richiesti per far uscire prodotti simili, solo molto pochi della più alta qualità sarebbero necessari per servire l’intera popolazione. In un’economia basata sulle risorse l’obsolescenza pianificata non esisterebbe.
Fonte tratta dal sito web: https://www.thevenusproject.com/
Articolo pubblicato sulla rivista “Quarta dimensione” n 2/2012
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