La Terra è dentro di noi
Il nostro corpo è un microcosmo che riflette l’universo in cui viviamo!
Osservando noi stessi, facciamo scoperte sorprendenti: il nostro corpo è un microcosmo che riflette l’universo in cui viviamo!
Possiamo vederne riscontri stupefacenti, come la presenza di tutti i sali minerali che costituiscono il nostro pianeta, dentro di noi. Essi hanno un funzione vitale, poiché sono le componenti di base delle migliaia di enzimi che fanno funzionare il corpo; questi sono gli “operai” addetti alla manutenzione, depurazione e nutrimento di tutti gli organi.
Abbiamo enzimi fosforici, a base di fosforo e altri minerali per la salute del cervello (e altre strutture), enzimi calcici, per le ossa, muscoli ecc., e così via per tutti i minerali (almeno in numero di novantadue). Senza di essi il corpo non può vivere, perché sarebbe come una città priva di elettricisti, muratori, idraulici, medici, poliziotti, insegnati, commercianti, cioè priva delle migliaia di diverse funzioni necessarie alla sua esistenza.
Andrebbe inoltre valutata l’influenza psicologica dei sali minerali, aspetto per lo più semplicemente ignorato, ma di importanza fondamentale, ed il cui esame da solo richiederebbe una trattazione molto vasta e interessante, ricordiamo però che l’omeopatia li considera alla base della nostra costituzione genetica, nei tipi fluorico, carbonico, fosforico e derivati, utilizzandoli addirittura come unico rimedio nella metodologia del Dr. Schussler.
Secondo a quanto esposto, possiamo davvero meravigliarci di ciò che è successo in occidente negli anni dopo la II guerra mondiale. Seguendo il modello americano, sono state fatte tre scelte gravide di conseguenze:
1) Abbiamo iniziato a raffinare il frumento, la nostra base alimentare, passando dalla farina integrale alla “Tipo 2”, “Tipo 1”, “tipo 0”, e poi “00” eliminando sempre più crusca e cruschello. Poiché tutti i sali sono nella buccia del seme, usando pane e pasta di farina bianca perdiamo i novantadue novantaduesimi dei sali presenti, con problemi metabolici gravi perché i carboidrati e le proteine rimasti nella farina sono utilizzabili difficilmente senza alcuni sali (cromo, nichel, ecc.) di cui il corpo ha bisogno, ma presenti in abbondanza nella crusca (vale anche per il riso e l’orzo brillati, cioè sbucciati); da ciò intolleranza, diabete, obesità, stipsi, ecc.
2) Abbiamo iniziato a coltivare chimicamente la terra, cioè sostituendo la concimazione con letame con il concime chimico. Ogni terreno ha una sua dotazione di sali minerali, in composti organici e inorganici, di cui si nutrono le piante assorbendoli. Essi sono poi assimilati dagli animali e dagli uomini che si nutrono dei vegetali, e il terreno coltivato si impoverirebbe progressivamente, se non venisse rigenerato con il letame, che restituisce alla terra tutti i sali prelevati, in composti organici ancor meglio utilizzabili dalle piante; coltivato così il terreno diventa sempre più fertile perché gli viene resa la totalità dei nutrienti.
Con il concime chimico invece (in genere “trivalente” cioè di tre sali), la terra si impoverisce sempre più ad ogni ciclo produttivo, dando alimenti sempre meno gustosi e nutrienti (sì il sapore dipende soprattutto dai sali); i tre sali chimici fosforo, potassio e azoto hanno solo la funzione di dare un bel colore, una consistenza tenera ed un grosso volume (trattenendo acqua, così da vendere acqua al prezzo delle mele, fragole o asparagi).
Questa agricoltura porta quindi a desertificare il suolo ed ammalare il corpo a cui sono sottratti gli ottantanove novantaduesimi dei sali di cui il terreno non fosse già molto ben dotato. Inoltre l’uso di anticrittogamici chimici costringe il corpo a privarsi di moltissimi sali preziosi per neutralizzare in composti inoffensivi le molecole pericolose assorbite, così impoverendosi ancora di più.
3) L’uomo però ha da sempre supplito alle sue carenze usando il sale del mare. Esso contiene tutti i sali della terra, dilavati dalle piogge e portati al mare dai fiumi per milioni di anni, ed è fondamentale per la salute (salute = col sale); la saggezza antica lo dice (aver sale in zucca) e si è combattuto e lavorato per il sale (salario = pagato col sale). Nel cibo cotto c’è una perdita di sali durante la cottura che lo rende non nutriente, ed il corpo lo sente poco gustoso; da ciò la necessità di reintegrare i sali col sale di mare, come si è fatto da sempre.
Ma nel dopoguerra la reintegrazione nutritiva non è più avvenuta, perché si è scoperto che tra tutti i sali il più saporito è il sodio, che “droga” le papille gustative, inventando gli aromatizzanti a base di sodio (glutammato monosodico ecc.) ed il “Sale da cucina” cioè un prodotto chimico, Nacl, cloruro di sodio, ottenuto raffinando chimicamente il sale di mare e sottraendogli così novanta sali su novantadue, rendendolo una sostanza molto squilibrante (ipertensivo) per il metabolismo.
Il sale integrale invece bilancia tali effetti per la presenza di minerali antagonisti ipotensivi come il calcio. Se a tanti adulti (ipertesi, cardiopatici, diabetici) arrivati alla mezza età il medico deve proibire “il sale” (cloruro di sodio, infiammante, ipertensivo, eccitante, ecc.) non è forse possibile che anche da giovani quel “sale” li danneggiasse? E che forse sia dannoso anche per quelli che non manifestano disturbi evidenti? Forse sarebbe più coretto scrivere sulle scatole di sale da cucina; “Aromatizzante a base di sodio-Nacl – Kg 1 – attenzione, può nuocere alla salute”; ma chi lo comprerebbe? Come mai si sono fatti tali interventi deleteri, a che scopo e che senso ha? Perché scienziati, medici, politici insegnanti non ci mettono in guardia? Possibile che quasi tutti ignorino questa realtà e le sue conseguenze?
La risposta può darcela ancora il corpo, quando è in deficit di un minerale indispensabile, e il cibo a disposizione ne è povero, mangerà di più per accumularne un quantitativo sufficiente: così vediamo gente obesa ma sottonutrita riempire carrelli giganteschi di cibi poco nutrienti, per colmare le carenze, spendendo moltissimo, poiché il cibo è uno dei bisogni primari, ed il gestirlo dà grandissimo potere.
Ciò porta miliardi nelle casse delle multinazionali alimentari, che hanno partecipazioni incrociate di capitali nelle industrie di concimi chimici, anticrittogamici chimici, farmaci chimici, networks pubblicitari, armi, petrolio ecc. Le scelte di cui sopra, con la distruzione del rapporto sano col corpo e con la terra, sono quindi alla base del nostro modello di sviluppo. Questo modo di vita è inoltre esportato nei paesi del terzo mondo dove diventa devastante, concausa di carestie insieme alle guerre, con le quali le stesse multinazionali si arricchiscono, vendendo armamenti e impossessandosi a costi bassissimi delle risorse naturali ed umane dei paesi così ridotti in ginocchio.
Cosa si può fare, nel nostro piccolo, per contrastare tutto ciò? Restando nell’ambito della salute personale, potremo valutare il bilancio minerale del nostro corpo (l’analisi del mineralogramma è abbastanza significativa), potremo usare medicine naturali e mangiare più integrale, con cibi coltivati davvero biologicamente (attenti alle speculazioni, se il terreno è “chimico” da decenni non bastano pochi anni per risanarlo) ed usare il sale marino integrale.
Per la salute della Terra, potremo essere più consapevoli dei riflessi che ha sul mondo che ci circonda anche un semplice gesto come mettere il sale nel piatto, aprendo gli occhi in una prospettiva più ampia. “Cum grano salis”.
di Giovanni Becattini