Ison, la cometa del secolo, armi di distruzione
Nei giorni 11 e 12 Novembre, a Varsavia, in Polonia, si sono aperti i lavori della 19a Conferenza sul Clima. I principali argomenti di discussione vertono sulla riduzione delle emissioni, a partire dal 2020. Per tale periodo tutti i paesi del mondo saranno tenuti a ridurre le loro emissioni…
Parliamone un po’. Con i tempi che corrono sarebbe fuori luogo fare dell’umorismo ma in questo caso si tratterebbe di ridere per non piangere per la disperazione. Il 2020 è troppo lontano, bisogna far presto se non vogliamo incorrere in rischi più gravi che porteranno gran parte dell’umanità a vivere calamità uniche nella nostra storia. E’ vero che il nostro è un pianeta giovane ed in continua trasformazione, ma è pur vero che l’uomo con il sua illogica ed insensata opera negativa accelera il mutamento dimensionale del pianeta, allontanando ogni speranza di crescita armonica e naturale. La metamorfosi della Terra è in atto, e l’uomo non è per niente sintonizzato con le naturali esigenze evolutive del pianeta che mostra sempre più i segni del suo cambiamento.
L’unica cosa che ci riesce bene è parlare, parlare… quante parole, quante promesse e quante poche soluzioni!
Sicuramente non è un caso che proprio nello stesso periodo in cui si sono aperti i lavori a Varsavia per discutere sul cambiamento del clima, siano accaduti eventi catastrofici in molte regioni del mondo, come le Filippine, dove secondo l’ONU, il tifone Haiyan ha causato più di diecimila vittime. La situazione dei sopravvissuti è a dir poco spaventosa, cadaveri si ammassano su altri cadaveri e la popolazione è allo stremo. Si contano più di 900.000 sfollati ormai senza più né casa né viveri di prima necessità.
Ma anche l’Italia in questo momento piange le sue vittime, stiamo vivendo in Sardegna eventi incredibili dove le cosiddette “bombe d’acqua” hanno creato disastri e morti, fin ora 17 secondo le stime della protezione civile. In questi giorni i rappresentanti dei governi di tutto il mondo si riuniscono ancora una volta per discutere mentre la gente muore. Questi summit si concludono sempre con lunghe liste di vaghe promesse e calendari traboccanti di futuri appuntamenti mentre nel frattempo la realtà supera le previsioni più disastrose.
Le promesse di tagli per il 2020 fatte da 32 paesi alla fine della conferenza sul clima di Copenaghen nel 2009 non bastano comunque a contenere l’aumento della temperatura globale sotto i fatidici 2 °C. Ammesso che le nazioni rispettino quell’accordo, infatti, è probabile che le emissioni di gas serra raggiungano nel 2020 tra gli 8 e i 12 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente di troppo. A dispetto di tutte le promesse contenute in tutti i trattati internazionali in merito al contenimento dei gas a effetto serra per “evitare il peggio”, il 2012 è stato un nuovo anno record sul fronte delle concentrazioni di CO2 in atmosfera.
Non solo abbiamo immesso globalmente più anidride carbonica nell’aria rispetto all’anno precedente, (si legge in un articolo pubblicato da Panorama) ma l’aumento della concentrazione di questo gas è stato superiore alla media degli ultimi 10 anni, che a loro volta sono stati il decennio dei primati sotto questo aspetto. Lo sostiene l’Organizzazione Meteorologica Mondiale nel suo Greenhouse Gas Bullettin appena pubblicato, nel quale si tirano anche le somme di lungo periodo e si mette nero su bianco che tra il 1990 e il 2012 c’è stato un aumento della forza radiativa (leggi riscaldamento) del 32% a causa dell’anidride carbonica e di altri gas a effetto serra come il metano e il monossido di azoto.
Ma il peggio è che se non cambierà qualcosa le temperature rischiano di aumentare nel tempo di 4, 6 gradi.
Cosa faranno i governi? O meglio, a parte la catastrofe economica, sociale e umanitaria c’è qualche altra minaccia che aspettano di vedere avverata prima di decidersi a decidere?
Spesso l’attenzione viene orientata sui disastri che il clima produce, chi vive la catastrofe fa fatica a domandarsi il perché. E’ possibile che il clima sia impazzito da solo? Se la creazione è perfetta come si può essere arrivati a tanto?
Oggi la scienza umana sostenuta da individui negativi, attraverso la sua tecnologia infernale, può anche modificare il clima creando potenti disquilibri in grado di sconvolgere gli elementi della natura combinando forze che distruggono.
Le più grandi scoperte dell’uomo sono state convertite in armi di distruzione di massa, si dice per mantenere i fragili equilibri tra le nazioni del mondo. E’ mai possibile che per mantenere la pace bisogna far la guerra?
Spesso nei nostri convegni e nella rivista “Quarta Dimensione” pubblichiamo articoli e dossier sul progetto Haarp e sulle Scie chimiche, quelle tecnologie in grado di modificare il clima a discapito di quelle nazioni, che necessariamente per chissà quale oscuro piano, devono vivere nel terrore e nella paura. Si tratta delle nuove armi per le nuove guerre. “Di fronte ad una calamità non possiamo far altro che accettare ciò che l’uomo non può modificare”, questo pensiero viene da sempre inculcato e divulgato, per cui se le nuove armi creano un terremoto o un tifone, si attribuisce la responsabilità alla natura e non all’incuranza dell’uomo o ai criminali piani di chi opera per creare morte e distruzione.
Un avvocato dell’associazione “Campagna cieli puliti”, DominiK Storr, sostiene che le scie chimiche sono emissione volontaria di agenti inquinanti per generare nuvole artificiali. Vi propongo di seguito una intervista da lui rilasciata in occasione di una conferenza tenuta in Alto Adige, pubblicata sul sito www.sauberer-himmel.de e tradotta in italiano a cura del Centro Tutela Consumatori Utenti dell’Alto Adige.
Dr. Storr, Lei porta avanti una tesi audace: sostiene che, per motivi di profitto, vengono sparsi dal cielo sulla Terra dei metalli dannosi per la salute. Come è arrivato a pensarlo?
La scienza sta lavorando già da molti anni a pieno ritmo a queste concrete misure per influenzare il clima. Nel maggio 2012 presso il Max-Planck-Institut di Chimica di Magonza si è riunito il Simposio conclusivo sul tema “Scienza ed economia delle modificazioni climatiche mediante introduzione di aerosol nell’atmosfera” (“Wissenschaft und Ökonomie der Klimabeeinflussung durch das Einbringen von Aerosolen in der Atmosphäre”). Uno degli argomenti principali del Simposio è stato quello del rilascio di polveri sottili nell’atmosfera. Allo scopo di generare nuvole artificiali.
Lei afferma di riconoscere visivamente la presenza delle scie tossiche dalle massicce striature e dalla colorazione lattiginosa del cielo che spesso perdura per giorni. Non potrebbe trattarsi semplicemente di normalissime scie di condensazione?
Le normali scie di condensa perdono relativamente in fretta la loro visibilità lineare e poco dopo essersi formate già tendono a scomparire. Le cosiddette “scie chimiche” (“chemtrails“) persistono spesso per ore nel cielo e perdono solo a poco a poco la loro forma lineare, mentre si espandono e si allargano a comporre formazioni bizzarre di nuvole. Una dimostrazione dell’esistenza delle scie chimiche è il fatto che esse si riscontrano massicciamente anche in parti del mondo in cui praticamente non c’è traffico aereo, e quindi si può escludere che si tratti di normali scie di condensa.
Qual è la differenza fra scie chimiche e “normali” scie di condensa?
Le normali scie di condensa si formano dalla combustione del cherosene. Dalla mescolanza dei gas di scarico caldi con l’aria fredda che circonda l’aereo, si formano cristalli di ghiaccio, che diventano visibili in coda all’aereo. Nel caso delle cosiddette “scie chimiche”, si tratta dell’emissione apposita di polveri sottili nell’atmosfera, allo scopo di generare nuvole artificiali.
Perché gli Stati dovrebbero disseminare sui cittadini particolato di metalli?
Fra gli scienziati, coloro che sono propugnatori di tali pratiche argomentano la cosa dicendo che in questo modo la radiazione solare potrebbe essere riflessa verso il cosmo, e metalli come l’alluminio sarebbero essenzialmente più adatti a questo scopo dei composti di zolfo, su cui per lungo tempo si è discusso. Le pesanti conseguenze sugli esseri umani e l’ambiente che queste pratiche comportano, vengono considerate senza troppi problemi il prezzo da pagare, così come si fa per l’energia nucleare e le manipolazioni genetiche in agricoltura. Ma il fatto è che qui c’è di mezzo anche un affare molto lucrativo.
I milioni e milioni di tonnellate di sostanze chimiche devono essere prodotte in laboratori. L’industria farmaceutica potrebbe esser contenta, se a causa dei composti di alluminio sparsi nell’atmosfera aumentano le allergie e le malattie neurologiche. L’industria basata sull’ingegneria genetica potrebbe altrettanto esser contenta che tramite queste pratiche sia possibile provocare fenomeni di siccità in modo mirato, così che le sementi naturali non possano più crescere e gli agricoltori alla fine, disperati, debbano fare ricorso a sementi geneticamente modificate. I militari potrebbero esser contenti che le scie chimiche, combinate con altre armi climatiche, generino un campo elettrico in cielo, che può essere utilizzato a scopi militari in vari modi.
Come vengono irrorati questi veleni?
Le scie chimiche vengono spruzzate per mezzo di aerei civili e aerei militari. Secondo il meteorologo televisivo americano Scott Stevens, non c’è nessuna compagnia aerea internazionale che non sia implicata nel progetto delle scie chimiche.
Quali ripercussioni hanno le scie chimiche sulla salute delle persone?
Alluminio e bario, le sostanze che principalmente vengono rilasciate nell’atmosfera, sono due metalli tossici per l’essere umano. Il bario può provocare vomito, diarrea, forti crampi e disturbi duraturi del ritmo cardiaco. L’alluminio è cancerogeno, favorisce l’osteoporosi e può anche causare il morbo di Alzheimer. Le maggiori concentrazioni si annidano nel fegato e nel cervello, cosa che può provocare perdita dell’orientamento e demenza. Inoltre l’alluminio si deposita nei testicoli, il che può portare a infertilità. Le nanoparticelle e i polimeri irrorati nell’atmosfera danneggiano anche le vie respiratorie, con la possibile conseguenza di malattie respiratorie gravi e croniche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stabilito, grazie a ricerche, che non esiste una concentrazione minima di polveri sottili (particolato) sotto alla quale non siano da attendersi effetti nocivi per la salute umana.
E per il clima?
Secondo la rivista specializzata “Nature Geoscience” un team di ricercatori è giunto alla conclusione che le polveri sottili nell’atmosfera provocano fenomeni meteorologici estremi come siccità e inondazioni. Per di più la luce solare viene schermata artificialmente, il che ha gravissime conseguenze sull’intero ciclo della natura. Il Senato della Comunità della Ricerca Tedesca in una recentissima presa di posizione richiama l’attenzione sull’ingegneria del clima (“Climate engineering”) e sul fatto che le imprevedibili conseguenze di queste tecnologie e le loro ripercussioni non sono ancora state studiate abbastanza. Nel caso delle cosiddette “scie chimiche” si tratta dunque di un esperimento sul campo sull’intero pianeta e sulla sua atmosfera: con esito incerto.
Perché bisognerebbe crederle, e non limitarsi a liquidare tutta la faccenda come una pura teoria della cospirazione?
Il Direttore dell’ Istituto di Meteorologia e Ricerca sul Clima dell’Istituto Tecnologico di Karlsruhe ha recentemente affermato alla rivista “Focus” che si prende seriamente in considerazione di spargere nella stratosfera su vasta scala particelle artificiali per mezzo di aerei. Nel caso delle cosiddette “scie chimiche” si tratta perciò di una pratica ufficiale di geo-ingegneria (“Geoengineering”) o di ingegneria climatica (“Climate engineering”). Il concetto di “scie chimiche” è stato coniato dai militari ed è perciò caduto in discredito. Nel linguaggio scientifico si parla di “Cloud seeding” (“seminare le nuvole”), “Aerosol injections” (“iniettare aerosol”) oppure di “Solar Radiation Management” (“Gestione della radiazione solare”). Le scie chimiche sono pertanto prassi scientifica e militare, purtroppo, e non una teoria della cospirazione.
La soluzione che Lei propone?
Io vedo un’unica soluzione, che si chiama regionalismo. Sulla base della globalizzazione, e dell’ internazionalizzazione della politica ad essa inerente, ci sarà sempre l’appello a tecnologie dure come l’energia nucleare, l’ingegneria genetica in agricoltura o l’ingegneria climatica (Climate engineering), poiché queste tecnologie servono come mezzo per la concentrazione del potere. Con la regionalizzazione della vita politica, economica e sociale, al contrario, si rafforzerebbe sempre più il richiamo a tecnologie sostenibili e dolci.
(Fonte: http://www.aamterranuova.it)
Tutto questo è semplicemente assurdo e al contempo preoccupante. Crediamo di essere persone libere capaci di fare le nostre scelte, invece siamo cavie e burattini guidati e imprigionati da potenti personaggi che non possono neppure essere definite persone.
Ma tutto questo che relazione ha con la fine del tempo e con l’Ascensione Planetaria? Sono pienamente convinto che anche questo sistema caotico e negativo alla fine finirà per favorire una nuova presa di coscienza. Quando eventi mondiali climatici creati o naturali metteranno in ginocchio tutte le nazioni del mondo, dico tutte, allora il male perderà il suo potere lasciando spazio alla nuova consapevolezza che favorirà la nascita del Nuovo tempo, con un nuovo cielo e una nuova Terra. Potevamo arrivare allo stesso risultato senza sofferenza, ma evidentemente la nostra scelta è stata diversa. Ormai è chiaro che l’uomo percepisce il senso più alto della fratellanza solo di fronte ad eventi forti e dolorosi.
Come possiamo non farci condizionare troppo da scie chimiche e altre diavolerie? L’uomo è un essere potenzialmente divino, grazie a questa inalienabile verità può proteggersi vivendo quei principi divini che incarna, seguendo quelle regole naturali che lo pongono al centro della creazione divina. Vivere quelle leggi che regolano la vita del tutto, attraverso pensieri positivi e movimenti armonici, azioni volte al bene, insomma tutto quello che da sempre viene consigliato dalle Intelligenze dell’universo e dai Maestri spirituali.
Prepariamoci a vivere eventi climatici ed energetici ancora più grandi, e ripeto alcuni saranno naturali altri provocati da una scienza che non ha più coscienza. Eventi disastrosi come inondazioni, siccità, terremoti e tsunami sono oggi i cosiddetti cataclismi telecomandati.
Quella invenzione infernale chiamata Haarp è in grado di fare tutto questo. Il famigerato “High Frequency Active Auroral Research Program” è il discusso programma di “ricerca attiva aurorale” ad alta frequenza che dal 1994 l’aviazione e la marina statunitensi portano avanti dalla base di Gakona, in Alaska. Per Washington, l’Haarp serve solo a «studiare la ionosfera ed evitare gravi fenomeni atmosferici», ma più di uno studioso ipotizza che i test e le attività della megastazione artica servano invece a creare enormi perturbazioni ambientali e climatiche.
Potentissime antenne in grado di bombardare la ionosfera e pilotare “rimbalzi” devastanti su scala mondiale. Haarp è una vera arma di distruzione di massa, oltre ad influire sulle telecomunicazioni, le sue antenne possono influenzare i circuiti elettromagnetici delle aurore, correnti naturali di elettricità da un milione di megavatt. È possibile utilizzare il vento solare per danneggiare i satelliti e le apparecchiature istallate sui sistemi missilistici dei paesi nemici. Dunque queste tecnologie possono servire «a causare terremoti o altri fenomeni come siccità, uragani e inondazioni, sia indirizzando le emissioni sul nucleo della Terra (influendo così sul magnetismo terrestre), sia indirizzandole sulla ionosfera».
Manipolare l’atmosfera a scopo militare? Niente di nuovo, rivela il generale Fabio Mini, già comandante delle forze Nato in Kosovo. I primi esperimenti per alterare la ionosfera, racconta Mini, risalgano perlomeno alla seconda metà degli anni ’50 del secolo scorso: nel 1958 le forze armate Usa fecero esplodere tre ordigni atomici a fissione nella parte inferiore della “Fascia di Van Allen” e due ordigni a fusione nella parte alta dell’atmosfera, alterando l’equilibrio della ionosfera. Esperimenti che continuarono fino al 1962, quando le dirompenti poteste della comunità scientifica internazionale costrinsero Washington a sospenderli.
Nello stesso periodo iniziarono le sperimentazioni nucleari sovietiche nella ionosfera e nelle “Fasce di Van Allen”. «Oggi – afferma Mini – sono proprio i radar meteorologici ad individuare, spesso in corrispondenza di aree colpite da gravi fenomeni atmosferici, le segnature circolari tipiche delle onde elettromagnetiche ad alta frequenza come quelle generate dalle emittenti di onde longitudinali, onde scalari, silent sound e di quelle delle trasmittenti Haarp». Haarp sarebbe persino in grado di scandagliare a raggi X la Terra per vari chilometri di profondità, con un’apposita tomografia a effetto penetrante, per esplorare campi di petrolio e di gas, ma anche attrezzature militari sotterranee.
Radar di potenza inimmaginabile, capaci di vedere oltre l’orizzonte e di definire gli oggetti a grande distanza. E’ accertato che, dalle prime bombe atomiche fatte esplodere nelle “Fasce di Van Allen”, gli Usa sondano gli effetti ad un’altezza così elevata sulle trasmissioni radio e le operazioni radar in virtù dell’intenso impulso elettromagnetico scatenato dalle deflagrazioni. Gli esperimenti hanno creato nuove fasce di radiazione magnetica comprendenti quasi tutto il globo terrestre: «Gli elettroni correvano lungo linee di campo magnetiche creando un’aurora boreale artificiale sopra il Polo Nord», aggiunge Maj Britt Theorin. «Con questi test militari si rischia seriamente di danneggiare per molto tempo la “Fascia di Van Allen”». Secondo scienziati americani, i danni all’atmosfera si ripercuoteranno per secoli. Inoltre, «l’Haarp può anche influenzare tutto l’ecosistema, soprattutto nella sensibile area antartica». E le potenti onde radio «possono causare buchi ionosferici, pregiudicando il sistema che ci protegge dalle radiazioni provenienti dal cosmo» (Fonte: www.libereidee.org).
Da anni i nostri cieli sono segnati da queste tremende scie chimiche, la Sardegna come altre regioni, è continuamente bombardata da questi aerei che scaricano materiali nocivi alla salute e all’ambiente, e tutto ciò che è accaduto in questi giorni sicuramente è collegato a queste potenti armi in grado di modificare il clima, ma anche le menti degli esseri umani che di fronte a tutto ciò non riescono a reagire nella giusta maniera. La manipolazione delle menti è il vero motivo di questa apatia generale. Quindi paure e fobie vengono sistematicamente procurate da questa scienza infernale capace di schiavizzare popoli e nazioni.
In questi giorni, e non a caso, sarà visibile nei cieli del nostro pianeta un corpo celeste che già comincia a far parlare di se: La cometa ISON. Come spesso divulgo nelle mie conferenze, le comete sono zoidi cosmici, trasportatrici di genetiche e di elementi utili alla vita, proprio come gli spermatozoi umani.
La cometa C/2012 S1 ISON, prossima al perielio del 28 Novembre, è ormai dentro l’orbita della Terra. Nonostante le previsioni di qualche mese fa la incorniciassero come la potenziale cometa del secolo, l’astro chiomato brilla meno intensamente del previsto. Negli ultimi giorni, tuttavia, probabilmente illuminata anche nel suo lato oscuro, ha sperimentato una vera e propria esplosione di luminosità, recuperando parte della curva di luce prevista per il termine del mese.
Poiché, come già ribadito più volte, la cometa è al suo primo viaggio nel sistema solare interno, gli astronomi non possono sapere quale sarà l’evoluzione dei prossimi giorni e il destino finale dell’astro. L’astronomo Matthew Knight, del Lowell Observatory, ha però esposto alcune possibilità. “Ho raggruppato i risultati in tre possibili scenari, discussi in ordine cronologico“, spiega l’astronomo. “E’ importante sottolineare – continua lo scienziato – che qualsiasi cosa accada, ora che la cometa è arrivata sino a questo punto, sarà ugualmente eccitante e molto interessante dal punto di vista scientifico“. Ed effettivamente stiamo per imparare tanto, anche se ancora non sappiamo effettivamente cosa.
La prima ipotesi formulata da Knight è la disintegrazione prima del Perielio. Potrebbe accadere in qualsiasi momento. Una piccola frazione delle comete, con percentuale inferiore all’1%, si disintegrano senza alcun motivo apparente. Esempi recenti includono la cometa C/1999 S4 LINEAR nel 2000 e la cometa C/2010 X1 Elenin, nel 2011. Ed effettivamente ISON sta raggiungendo in queste ore la regione di spazio compresa in 0.8 Unità Astronomiche dal Sole, dove la stragrande maggioranza delle comete radenti vengono disintegrate. Il secondo scenario è quello che prevede la sopravvivenza sino al 28 Novembre, per poi “soccombere” al massimo avvicinamento alla nostra stella. In quel frangente la piccola ISON sarà al cospetto del Sole, dove troverà temperature nell’ordine dei 5000 gradi Fahrenheit e forze mareali davvero impressionanti.
Temperature alle quali oggetti più piccoli di 0.2 Km non avrebbero scampo. Le ultime osservazioni, tuttavia, mostrano che la cometa sta perdendo massa in modo relativamente piccolo rispetto alle dimensioni effettive del nucleo cometario. Questo vuol dire che la cometa potrebbe sopravvivere a questo ambiente infernale a cui sarà sottoposta. Un altro fattore importante è la sua grande velocità, che le consentirà di non “stazionare” troppo a lungo accanto alla corona solare. La terza ipotesi è quella della sopravvivenza. ISON in questo caso sopravviverebbe generando uno spettacolo degno di nota nell’emisfero boreale. La coda potrebbe estendersi per decine di gradi nel cielo e illuminare i cieli del mattino. Proprio come fece la cometa C/2006 P1 McNaught nel 2007.
Esistono anche delle vie di mezzo a questi tre scenari ipotizzati dall’astronomo. La cometa, infatti, potrebbe anche sperimentare delle grosse crepe sulla superficie, magari perdendo soltanto parte della sua massa. Questo significherebbe buttar fuori materiale volatile extra, tale da rendere la cometa ancor più brillante, fornendo la possibilità di essere studiata ancora per mesi. In ultima analisi, è bene dire che anche le comete disgregate possono rendersi spettacolari. La cometa Lovejoy, ad esempio, che passò a sole 100 mila miglia di distanza dal Sole, formò una lunga coda che entusiasmò gli osservatori australi della Terra subito dopo essersi frammentata. Ma indipendentemente dalla dinamica dell’evento, la ISON è divenuta la cometa più osservata della storia dell’umanità, quindi, comunque vada, sarà un successo (Fonte: www.meteoweb.en).
“Lo zoide cosmico o cometa riveste un ruolo primario nella formazione di una macromolecola o sistema solare” – così riferivano gli astrali al contattato Eugenio Siragusa – ”la cometa feconda una supernova, un ovulo cosmico, trasmettendo informazioni utili per lo sviluppo di tutta la vita del sistema solare. Ma la cometa può contenere molte ed infinite informazioni che al momento opportuno rilascia sugli astri e sui pianeti che a loro volta elaborando queste informazioni, rendono possibile lo sviluppo e l’evoluzione della vita nelle molteplici dimensioni spazio temporali. Nello zoide cosmico risiede l’atomo d’idrogeno il codice primario e causale della luce creante, ciò che istruisce e struttura l’atomo di idrogeno è lo Spirito del Cosmo visibile che determina lo spazio-tempo.
L’atomo di idrogeno è la forza divina che permette il continuo divenire delle cose e la causa dell’onniscenza dello Spirito Creante poiché in esso risiede come forza divina. L’influenza periodica della cometa all’interno del sistema solare, attraverso il Sole, permette e consente all’intera macromolecola di viaggiare nelle dimensioni spazio tempo in continua evoluzione. Dio, intelligenza del tutto, del manifestato e dell’immanifestato, esprime se stesso secondo i suoi bisogni. E’ onnipresente poiché è in ogni cosa, in ogni atomo. Egli è la causa prima di tutti gli effetti, poiché è l’origine del suo stesso principio. Tutto, umanità compresa, è programmato e tutto è in funzione del suo eterno divenire. L’onniscenza è completa conoscenza di ogni sua particolare funzione su tutti i piani dimensionali.
Microcosmo e macrocosmo si esprimono nella medesima legge, cambia solo la dimensione, ma non la sostanza, questa analogia è determinante per capire quanto Ermete Trismegisto affermò: COM’E’ AL DI SOPRA, COSI’ E’ AL DI SOTTO; COM’E’ SOTTO, COSI’ E’ SOPRA”. Dunque Grandi eventi di natura cosmica sono in piena manifestazione ed avranno ripercussioni anche sul nostro pianeta. Comete, asteroidi, onde cosmiche e tempeste solari favoriranno il cambio dimensionale e innesteranno nelle matrici eteriche di tutti gli esseri viventi nuove e potenti informazioni divine capaci di trasformare ogni cosa cominciando dal DNA.
Se questi avvenimenti troveranno una umanità in sintonia con le perfette leggi della creazione, il cambio dimensionale sarà indolore, altrimenti la nostra ascensione sarà caratterizzata da circostanze molto forti in grado di ristabilire l’equilibrio perduto.
L’Intelligenza Universale che chiamiamo Dio ha i suoi strumenti per mantenere forza ed armonia nella creazione, la scienza umana non deve sottovalutare i poteri illimitati che dominano le forze elementali della Creazione.
Per cui, utilizzare le energie primordiali in modo negativo e distruttivo, con tecnologie improprie, creando tifoni, maremoti, terremoti e alluvioni, significa trasgredire le grandi leggi della vita, e chi opera in tal senso non può che incorrere in vicende gravi e dolorose che si ripercuoteranno nella propria scala evolutiva fino a completo esaurimento. “L’uomo non sleghi quanto Dio ha unito”, questo si riferisce soprattutto alla manipolazione negativa degli elementi! Dio crea la vita, l’uomo la distrugge! In natura esistono sostanze perfette ma se unite negativamente possono divenire oggetto di morte e distruzione come per esempio nella combinazione mortale fatta dall’uomo che chiamiamo energia atomica. Ne abbiamo parlato un po’!
Giuliano Falciani
Marcoledì 20 Novembre 2013