Il Sole non ha più macchie “è il mistero del ciclo 24”
Se continua così, “fare il 24” tra i fisici che studiano il sole potrebbe diventare presto un modo di dire per bollare qualcuno come particolarmente dispettoso ed inaffidabile.
Il 24 in questione è il numero che contraddistingue il nuovo ciclo solare. Il suo inizio era atteso dagli scienziati già nel 2006, poi è stato rinviato a più riprese e infine è stato annunciato come avvenuto nel gennaio del 2008. Ma ora il ventiquattresimo ciclo solare da quando l’uomo ha iniziato a tenere la contabilità di quanto accade sulla stella a noi più vicina sta rimescolando ancora le carte.
Lo studio dei cicli si basa sull’osservazione delle macchie, punti sulla superficie solare in cui la temperatura è più bassa e l’attività magnetica più alta. Il ciclo è il periodo che intercorre tra i due minimi e dura da 10 a 12 anni.
Una volta registrato il minimo del ciclo 23, la comunità scientifica internazionale era convinta che le macchie avrebbero ripreso a crescere già tre anni fa. Invece il 2008, con 266 giorni di sole “immacolato”, ha fatto registrare il record di assenza di macchie solari dal 1913. Una situazione di stasi dalla quale la nostra stella non è ancora uscita, con i primi quattro mesi del 2009 ancora all’insegna di una superficie senza macchie.
“È come una statua”, ha ammesso David Hathaway, fisico solare della NASA, uno dei massimi studiosi mondiali della materia. Solamente a giugno e a luglio c’è stato qualche segno di risveglio, con l’osservazione di 20 macchie. “Ma in tutto questo non c’è nulla di anomalo, non ci sono dubbi che il ciclo 24 è iniziato”, rassicura Alessandro Bemporad, ricercatore dell’osservatorio di Torino premiato come miglior fisico solare under 35 del 2009. “Sappiamo ancora troppo poco di come funzionano i cicli – precisa – per dire che c’è qualcosa di strano, questa perdurante assenza di macchie non è affatto incompatibile con una regolare partenza nel 2008”.
Il dibattito, secondo Bemporad, è semmai su quanto sarà inrenso il ciclo 24. Questione importante, visto che il campo magnetico generato dall’attività solare influisce sul clima terrestre (ma quanto e come resta un grosso punto interrogativo) e sulla protezione dai raggi cosmici che rischiano di mandare in tilt i nostri sistemi di comunicazione.
Tratto da “La Repubblica” di giovedì 23 luglio 2009