Il destino e le relazioni umane

Non siamo qui per caso in quanto la nostra esistenza è stata minuziosamente programmata da noi per poi raggiungere l’evoluzione nella consapevolezza che è il raggiungimento della completa conoscenza di tutto ciò che è manifestazione divina. Spesso affermo nelle mie numerose conferenze che ”evolvere significa conoscere sempre più l’energia che ci contiene”. Quindi avere maggiore coscienza ed azione in Dio. Questo è un tema molto importante che ci vede registi e attori delle nostre esistenze.

Siamo noi a scegliere i nostri genitori che di solito sono anime con le quali abbiamo interagito in vite precedenti e molto spesso non troppo positivamente, ecco perché tanti problemi hanno inizio proprio nella famiglia.
Tutto quello che noi siamo oggi lo abbiamo voluto, abbiamo deciso tutto e molto stiamo decidendo ora in quanto la nostra vita è una continua scelta che poi creerà un evento futuro. Dobbiamo abbandonare la falsa idea di un’esistenza costruita da qualcun altro per noi, è necessario che ci assumiamo le nostre responsabilità. Noi ci scegliamo i genitori, che di solito sono anime che devono favorire delle nostre purificazioni o certe evoluzioni.

Il corpo si evolve fisicamente e ciò è rappresentato dalla vecchiaia che tutti i giorni avanza, ma abbiamo anche un corpo spirituale che evolve. Dopo che lo spirito abbandona il corpo, al momento della morte fisica, il nostro apprendimento continua anche se su livelli superiori in quanto esso non è legato alla nostra forma fisica ma bensì a quella spirituale.

La Chiesa cattolica non ammette la reincarnazione, questo principio divulgato nel primo cristianesimo è stato in seguito deliberatamente occultato nel corso dei numerosi consigli di Nicea. La Bibbia stessa è stata riscritta evidenziando gli aspetti che più favorivano l’istituzione cattolica e censurandone moltissimi altri. Questo è il motivo per il quale si possono notare delle enormi incoerenze all’interno dei testi sacri.

Tuttavia hanno eliminato la reincarnazione solo fino a dove sono riusciti a riconoscerla: vi sono dei passi che raccontano questa verità ed il più eclatante è quello del cieco nato nel quale viene posta a Gesù la domanda di chi fosse la colpa della sua cecità, se sua o dei suoi genitori. Ma che domanda è questa se, come sostiene l’istituzione cattolica, non conoscevano la legge del karma o la reincarnazione? Gesù risponde chiaramente dicendo che la colpa non era né del cieco né dei suoi genitori, quindi offre una terza possibilità: le persone nascono e vivono delle indigenze a causa del karma maturato, loro o familiare, ma anche per missioni d’amore come nel caso del cieco nato. Infatti Gesù disse: “Lui è cieco affinché voi possiate vedere le opere del Padre mio”.

A causa di queste censure imposte dalla Chiesa l’essere umano crede di vivere una sola volta e di risorgere al momento del giudizio universale, ma nessuno sa spiegare con che corpo dovremmo rinascere nascondendo questa incongruenza sotto il dogma. La fede non è un mistero, lo diventa quando si trasforma in religione, essa è quell’energia che Dio ci dona affinché noi possiamo intuire e percepire ciò che la nostra mente non riesce a spiegare. La fede non deve essere necessariamente collegata alla religione, quest’ultima se n’è impossessata, essa è insita in ogni essere umano.

La vita è una scuola e dopo il trapasso noi rivediamo tutto quello che abbiamo lasciato, impariamo le nostre lezioni e pianifichiamo la nostra prossima esistenza. Quando lo spirito abbandona il corpo visita molti livelli di coscienza, uno dei più importanti è quello in cui rivede la propria esperienza appena trascorsa, sperimenta di nuovo ogni incontro che ha avuto nella vita fisica, ogni relazione, sente le emozioni delle persone che ha aiutato o ferito, amato o odiato, influenzato positivamente o negativamente. Praticamente rivisitiamo il percorso appena vissuto.

Il karma matura interessi, sia in positivo che in negativo, quindi quello che avremo fatto provare agli altri lo rivivremo noi nella vita successiva in maniera più accentuata affinché possiamo comprendere il bene o il male dell’azione compiuta. L’auto giudizio è un passo molto importante all’interno del nostro trapasso in quanto è un potente meccanismo di apprendimento.
Noi dunque impariamo attraverso le relazioni e perciò è importante che comprendiamo come abbiamo toccato gli altri durante la nostra vita.

Il processo della reincarnazione non è infinito, quando avremo superato questo livello evolutivo ci avvieremo verso l’illuminazione e cioè il raggiungimento del corpo di luce che è una realtà molto meno densa, più sublime. Gli esseri della quinta dimensione sono composti da tre parti di astrale ed una di materia (noi siamo tre parti di materia ed una di astrale).

Spesso fatti accaduti in un passato remoto stanno ancora influenzando le relazioni attuali quindi divenire consapevoli delle cause nelle vite precedenti può guarire la relazione nel presente, ecco perché molte volte abbiamo la necessità di incontrarci e risolvere problemi antichissimi. La consapevolezza e la comprensione sono forze potenti di guarigione. Noi siamo nati nella nostra famiglia né per caso né per coincidenza. Programmando la nostra esistenza stiamo anche attenti all’influenza astrologica che è una traccia, una variabile che può significare una certa agevolazione nel nostro processo evolutivo.

Tutto ciò che scegliamo sono tracce che possono aiutare il nostro programma, il problema è che quando ci incarniamo dimentichiamo tutto perché è necessario riscoprire grado dopo grado il motivo della nostra venuta. Se vogliamo, in profondità, possiamo attingere al programma della nostra missione, basta solo fare un lavoro di profonda introspezione ed osservare come ci poniamo di fronte alle situazioni di sofferenza: la accettiamo o la ostacoliamo?

Se noi non l’accettiamo è un karma che dobbiamo purificare, se invece l’accettiamo a poco a poco ci colleghiamo al programma che ci ha permesso di viverla. Tantissima gente pensa di non meritare ciò che vive, in realtà non ricorda il motivo che gli fa vivere certe esperienze ma al momento in cui lascerà il corpo tutto apparirà con chiarezza. Siamo noi a scegliere le condizione e a stabilire un piano per la nostra vita persino prima di essere concepiti.

A volte capita anche che una donna abortisca spontaneamente, questo può accadere quando l’energia dei genitori cambia e quindi non ci sono più i presupposti per incarnarsi in quella famiglia. L’atto del concepimento è un atto divino che dovrebbe essere vissuto in modo responsabile anche perché al momento del concepimento siamo “creatori” attirando a noi le energie dell’Universo e l’attenzione di anime evolute o in evoluzione. Le ultime verranno a sperimentare un amore diverso rispetto alle prime quindi diverranno un problema sia per la famiglia che per la società.

Non possiamo dire che i bambini sono tutti uguali in quanto ad un certo punto dimostrano il loro carattere e la loro natura e se è vero che si incarnano esseri angelici perché non dovrebbero incarnarsi esseri che noi definiremmo demoniaci? Ci sono bambini che a 9 anni prendono il fucile e ammazzano i genitori, mentre altri sono degli esempi per i genitori. Questi ultimi oggi vengono chiamati bambini Indaco, ma sono sempre esistiti, i riformatori della società umana, coloro che hanno aiutato in qualche modo l’evoluzione della famiglia umana. Questi esseri hanno portato alla società umana immensi doni, come ad esempio scoperte scientifiche che hanno aiutato l’umanità non certo innovazioni belliche create invece da anime in evoluzione.

La nostra pianificazione è poi aiutata dagli esseri spirituali amorevoli che ci proteggono e ci guidano mentre siamo nel corpo fisico e il nostro progetto vitale si sviluppa davanti a noi. Quando pianifichiamo la nostra nascita e la nuova esperienza da vivere conosciamo perfettamente ciò che racchiudiamo nella parola “destino”. Il destino non è nulla di complicato è solo una registrazione di tutte le vite precedentemente vissute, in base a ciò sperimentiamo una nuova esperienza ed ampliamo questo destino. Esso è ben conosciuto da noi poiché rappresenta il nostro programma ed è costruito sulle nostre sconfitte e vittorie precedentemente conseguite.

Prima di nascere noi tracciamo un piano delle persone chiave che dovremo incontrare nella vita, anime particolarmente collegate alla nostra natura (compagni spirituali, compagni fisici, ecc…) e persino i luoghi effettivi dove questi eventi dovranno accadere. Fenomeni come il déjà-vu, quella sensazione di familiarità come se avessimo vissuto precedentemente un momento che si sta verificando, oppure fossimo già stati prima in un determinato luogo, si possono spiegare solo con il ricordo della vita visualizzata prima dell’incarnazione, prima di venire in questo corpo.

Sebbene tutti noi abbiamo un progetto, siamo anche dotati del libero arbitrio come i nostri genitori ed ogni altro individuo con cui interagiamo quindi il nostro libero arbitrio non basta per modificare una situazione in quanto dobbiamo sempre fare i conti con tutti coloro che stanno attorno a noi, ed ognuno può ed ha il diritto di decidere diversamente dal nostro programma. Così facendo si creano nuove variabili, nuove opportunità, nuove possibilità che comunque raggiungeranno lo scopo prefissato anche se ciò potrebbe estendersi in altre vite. Le nostre e la loro esistenza saranno toccate dalle scelte compiute mentre siamo nello stato fisico ma i punti di svolta del destino accadranno comunque: incontreremo le persone che abbiamo programmato di incontrare, affronteremo le occasioni e gli ostacoli pianificati molto tempo prima della nostra nascita anche se le modalità con cui gestiamo questi incontri e le conseguente decisioni spettano al nostro libero arbitrio.

Nel nostro profondo essere spirituale noi conserviamo il ricordo della nostra vera casa, la dimensione meravigliosa dalla quale proveniamo prima di personificare un corpo fisico. Il nostro karma (termine che significa azione) è un’occasione per imparare, per praticare, ma è anche un’opportunità per riparare, per riscattare un passato magari non troppo positivo. Noi raccogliamo sempre ciò che seminiamo considerando che il raccolto porta sempre maggior frutto rispetto alla semina: da un chicco di granturco nasce una pianta che produrrà molti chicchi. I nostri genitori e le altre persone con cui interagiamo sono anch’esse dotate di libero arbitrio: possono amarci e aiutarci o possono odiarci e farci del male ma la loro scelta non è il nostro karma in quanto manifestazione della loro libera scelta.

Dobbiamo immaginare che ognuno di noi è come il perno di una ruota, attorno alla quale ruotano le persone che noi conosciamo e che quindi sono altri perni per altre ruote ancora: siamo tutti collegati, la famiglia umana è una. Se siamo tutti parenti dovremo cercare di volerci bene, di amarci l’un l’altro invece di fare gruppetti a se stanti e creare divisioni. Dovremmo sentire la preoccupazione degli altri ogni volta che succede qualcosa a loro in quanto siamo tutti collegati, tutti parte di questa famiglia. Ovviamente non abbiamo la capacità di aiutare l’intera famiglia umana e quindi dovremo focalizzare i nostri sforzi alle persone a noi più vicine: il nostro prossimo. Se tutti noi amassimo il nostro prossimo l’umanità intera si sarebbe amata. È molto importante creare attorno a noi questa serenità già nell’ambiente del lavoro, poi nella famiglia; non raccogliere mai certe provocazioni non fa altro che renderci imperturbabili. Se vogliamo il bene lo dobbiamo creare, lo dobbiamo desiderare ed emanare.

Le relazioni sono l’oggetto della nostra evoluzione in quanto inevitabilmente durante la vita ci scontriamo con tutti. Se non vi è un confronto non vi può essere evoluzione quindi è molto importante considerare le relazioni come oggetto di evoluzione. Ma come improntare queste ultime affinché divengano oggetto di crescita? Dipende tutto da noi: molto spesso la gente si arrabbia con noi perché noi le diamo motivo di arrabbiarsi, attiriamo sempre più di ciò che emaniamo. Dobbiamo necessariamente adottare un comportamento che poi ci possa essere utile: se creiamo armonia attorno a noi è inevitabile che anche le persone che si avvicinano ne siamo attratte e ne prendano anche esempio o spunto. Una persona gioiosa, armonica, serena su cui nessuno possa pensar male inevitabilmente sarà aiutata dai pensieri positivi emanati dalle persone che le sono attorno.

Quando i bambini nascono hanno un programma ma molto spesso scelgono dei genitori capaci di ostacolarli affinché imparino a rafforzare la loro capacità di scelta e determinazione. Molte volte però falliscono in quanto vi sono molti genitori che vogliono i figli come loro li immaginano, senza tener conto delle loro aspirazioni. Coloro che riescono a superare la prova emergono. La sofferenza non sarebbe necessaria se ci fosse più consapevolezza poiché essa si attiva quando l’amore non viene considerato e di conseguenza muta in giustizia. La sofferenza è la protezione dell’intera razza umana: il dolore ci fa comprendere che dobbiamo intervenire per modificare qualcosa. Abbiamo messo noi i persecutori nella nostra vita, dobbiamo riconoscere i nostri nemici come oggetto d’evoluzione questo è l’amore. Attraverso gli altri noi abbiamo un chiaro rapporto della nostra vita.

La grazia modifica la nostra linea karmica, la grazia è l’intervento divino atto ad alleviare il nostro fardello. Una volta appresa la lezione non c’è più bisogno di subire un karma: se noi comprendiamo la sofferenza che abbiamo provocato ad un’altra persona la nostra accettazione blocca questo processo. Si può spezzare una catena karmica attraverso l’accettazione, la comprensione ed il perdono. Ecco perché Gesù ci disse di amare i nostri nemici in quanto essi ci perseguitano lì dove abbiamo materia da purificare.

Le relazioni umane dunque sono un laboratorio vivente per poter sviluppare la nostra evoluzione, di conseguenza dovremmo rivolgerci agli altri con una maggiore comprensione considerando che il nostro prossimo lo abbiamo scelto come “squadra di lavoro”, con essa ci siamo implicati vita dopo vita: quando veniamo sulla Terra la prima volta non abbiamo nessun prossimo ma inevitabilmente vivendo, attraverso i pensieri e le azioni positive e negative, ci formiamo un gruppo con il quale costruiamo la nostra famiglia karmica, quale strumento per percorrere la nostra evoluzione.

Conferenza di Giuliano Falciani (Ancona, 10 gennaio 2008)
Trascrizione a cura di Paolo Mazzolini

 

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