I diritti dell’anima

Il primo diritto è il riconoscimento della genitura divina, siamo tutti figli di Dio con le prerogative che ne conseguono, ovvero siamo tutti eredi al trono.

Il secondo diritto è il diritto di vivere una vita felice, piena e in espansione, una vita di abbondanza materiale e spirituale. Pensate che sia una noia? Vi sbagliate nel caso lo pensaste, perché una vita piena e in espansione è scoperta e meraviglia continua verso ogni aspetto stupefacente dell’esistenza, dalla formica agli imponenti spettacoli naturali, anche quando ci focalizziamo sullo squallore apparente di certe situazioni deprivate, poiché l’occhio del risvegliato vede luce nella danza degli atomi che compongono la materia e intuisce il movimento divino del tutto nella ricchissima concatenazione di cause ed effetti sempre precisi e perfetti nello loro intima logica.

Il terzo diritto (faccio un elenco non una priorità in ordine di importanza) è il diritto all’Amore o come dice Sai Baba “l’obbligo di Amare”. Dico un’apparente inflazionata banalità: siamo fatti di Amore, nasciamo dall’ Amore e aneliamo all’Amore. Come già abbondantemente affermato da Maestri come Yogananda e Aivanhov, l’anelito all’Amore anche nella ricerca di un compagno o una compagna nasconde l’atavico bisogno di ricongiungersi con la Fonte da cui proveniamo. Tutte le idee che abbiamo sull’amore sono sempre inappropriate perché appunto sono “idee”, l’Amore è in verità uno stato di Consapevolezza Costante Integrata (Sai Baba).

Quando si raggiunge quello stato (e lo raggiungeremo tutti prima o poi) è un flusso di vibrantissima energia in entrata e in uscita che, in entrata, si manifesta come partecipazione alla natura di Amore del Padre (la Fonte, l’Origine, il Creatore): quando riusciamo ad aprirci come la coppa rivolta verso l’altro, senza più le opposizioni e le resistenze dell’ego. Dio non aspetta altro che quel preciso momento per condividere con noi il Suo Stato d’Essere. Le parole limitano, perché posso solo dire che in quel momento ci ricordiamo di che cosa siamo fatti o di chi siamo in realtà.

In uscita, l’energia d’Amore diventa compassione, aiuto, servizio, empatia… Si percepisce in modo molto forte che siamo tutti parte dell’Uno, altra espressione inflazionata, ma, badate bene, una parola di questo tipo dovrebbe essere per noi stato d’essere (Sat in sanscrito) consapevolezza e quindi beatitudine (Ananda) ovvero uno stato di appagamento costante che non è fatto di esplosioni di gioia e conseguenti abbattimenti (alti e bassi), ma di uno stato di equilibrata pace e letizia che nulla più (dei fatti circostanti) potrà scalfire. È meglio non usare certe espressioni se non se ne è provata la ricetta, saremo più autentici e genuini.

Duemila e dodici anni fa, nella più oppositiva delle situazioni storiche possibili, sotto la spietata dittatura romana e quando la vita umana era importante quanto quella di un insetto, Gesù il Cristo affermò con l’esempio, la Sua Vita e le Sue parole questo principio. Amore materno, paterno, di coppia, filiale, attrazione fisica e spirituale sono solo surrogati. Appena tocco questa nota, molti battono in ritirata e sembrano annaspare a difesa dei loro “amori” e trovano mille giustificazioni che in realtà celano la condizione di dipendenza e attaccamento. Preciso uno che è perfettamente normale e naturale vivere l’amore per i propri cari e due che mi sto riferendo a coloro che si muovono nelle situazioni spirituali, cui piace tanto seguire corsi e seminari (fa tanto chic) ma che ancora non riescono a fare quello che nessun corso o seminario potrà mai concedere: ristabilire il contatto con Dio o il nostro Sé, compito che è a nostro carico.

Già mi immagino le vostre domande o perplessità: ma, come? Avviene e basta, ma ad una condizione particolare: sincerità e onestà nell’auto analizzarsi (ci siamo ritornati parecchie volte e Giuliano Falciani ne ha fatto oggetto di intere conferenze), sincerità e onestà nel proprio dialogo con Dio senza aspettarsi nulla in cambio. E state tranquilli, Dio non vi chiederà mai di “rinunciare” ai vostri affetti, noterete che farete apparentemente la solita vita, ma cambia il modo di amare che diventa ampio e profondo come l’oceano, onnicomprensivo come l’aria, libero come il vento e fedele se è vero. Forse chi vi sta accanto vi guarderà con sospetto, ma Dio vi dirà sempre cosa fare e come comportarvi e vi aiuterà a non creare situazioni di dissidio e contrapposizione e a gestirle con maestria quando vi si presentano.

Quella di Dio è una magnifica dipendenza. Provare per credere e questo rende la vita umana degna di essere vissuta. Può anche accadere che si senta il bisogno esistenziale di vivere questo stato in solitudine, ma questa è un’altra storia che non interessa i più e che non è strettamente essenziale all’evoluzione delle masse, ma sicuramente a quella personale.

Il quarto diritto è la libertà assoluta ma anche condizionata. Per assoluta intendo la libertà del proprio spirito ad affermare il proprio bisogno a volare. Molti possono condizionare le nostre scelte nella misura in cui glielo permettiamo e finché glielo permettiamo è giusto subire i condizionamenti, in quanto questa è una nostra scelta. Ma quando l’anima reclama con sensibili spinte interiori il proprio diritto a esprimersi, allora siamo pronti a spiccare un primo volo e l’universo aiuta ad allontanare le condizioni oppositive perché il diritto a ristabilire il contatto col Divino o col Padre è prioritario rispetto a qualsiasi altra priorità.

Non c’è conflitto di interessi, ogni cosa va messa al posto giusto. Ad evitare equivoci, vorrei chiarire che questi sono processi lunghi e faticosi e che finché ci sono dubbi, confusioni e perplessità è bene continuare ad agire secondo quello che abbiamo sempre fatto in modo retto e sincero. Ma è proprio la nostra anima che ad un certo punto, a causa di una insoddisfazione profonda verso ogni aspetto della nostra vita normale, decide di muoversi diversamente, è un salto apparentemente nel buio, un salto quantico. A quel punto tutto è chiaro, si capisce tutto, da dove siamo partiti, le lotte affrontate, le sconfitte subite, le consolazioni ricevute e la nuova nascita o vita a una manifestazione differente della propria esistenza.

Concludendo su questo punto, ritengo di poter dire che la libertà dell’anima condizionata (dai cari, dalle circostanze esterne…) è un diritto se il contrario genera sensi di colpa e di insoddisfazione, essere in pace con se stessi è fondamentale. La libertà assoluta, ovvero decidere con tutto se stessi di spiccare in volo, è altrettanto un diritto quando si è maturi con ogni cellula del proprio essere e quindi quando si è pronti a farlo, affermarlo e asserirlo. Diciamo che in questo si esprime la maestria: alcuni scelgono di isolarsi in base alla Volontà Divina di cui si esprime la piena attuazione, altri vivono una vita cosiddetta normale ma sanno sempre quello che fanno, sanno come relazionarsi col proprio prossimo e sanno come salvaguardare lo Spazio Sacro dentro di Sé.

In entrambi i casi, aderendo alla Volontà del Padre, superano lo stato del “libero arbitrio” che, a pensarci bene, è una contraddizione in termini. L’arbitrio è pur sempre un agire abusivo, come indicano i dizionari della lingua italiana, che contraddice il termine libero: che libertà vera c’è nel costruire le proprie catene? La libertà vera si sperimenta quando si è nella pienezza della Vita e, una volta sperimentata, non se ne può fare più a meno. Quale sacrificio d’Amore compiono i Maestri, quando giungendo a noi devono necessariamente accettare i limiti della vita tridimensionale perché non possono alterare la Legge che domina ogni dimensione!

Il quinto diritto è il diritto al rispetto; coloro che si risvegliano hanno libertà assoluta d’agire (come 007) ma nel pieno rispetto della libertà degli altri. I risvegliati esercitano sempre il rispetto anche se ne ricevono poco. Onorano la divinità che è in ognuno e per loro non c’è alcun merito nel vivere questo, è una qualità naturale che energeticamente origina dal chakra del cuore. È raro il contrario ovvero ricevere rispetto nel senso più alto del termine, soprattutto a favore di coloro che sono al servizio della luce. La pratica del rispetto è cosa non facile da conseguire, per amore e in nome del maggior bene vorremmo che i nostri cari, i nostri amici e il prossimo potessero condividere con noi le gioie spirituali, ma in questo si possono innescare pericolose reazioni di rifiuto, rigetto, insofferenza e opposizione con conseguente critica e giudizio. Addirittura, si scatenano rivalità e gelosie spirituali. Siamo davvero complicati! Queste dinamiche inducono attraverso ripetute prove e sofferenze interiori al distacco.

L’ultimo diritto è il diritto di ritornare a casa, il diritto di ritrovarsi, il diritto alla rinascita, il diritto a una nuova famiglia di anime in un nuovo mondo splendente di giustizia. Molti fra coloro che ascenderanno, proprio perché pieni di energia divina non potranno non sentire il bisogno di ritornare per aiutare mondi involuti a rinascere, come i nostri fratelli maggiori stanno facendo con noi. Ora, però, in questa fase che definirei piuttosto oscura in quanto ai futuri sviluppi di radicale mutamento, abbiamo il diritto-dovere di consolidare un inattaccabile involucro protettivo intorno al nostro essere e a quello che gli anni pre-2012 ci hanno dato.

Le ondate di energia potentissima che investiranno la Terra sono percepibili a coloro che hanno seriamente lavorato su se stessi e non con fantasia e illusioni. Si percepiscono sensazioni nette di ampliamento della coscienza, della gioia e della pace. Questo paradiso interiore va salvaguardato e protetto, perché è solo potenziando se stessi che si può essere utili a un miglior servizio. Potenziare se stessi è rendersi invulnerabili a situazioni che potrebbero sgomentarci, alle reazioni imprevedibili e strane di chi ci circonda, ad eventuali delusioni che ci potrebbero colpire.

Cuore e mente fermi in Dio, in Gesù, in Yogananda, Sai Baba o qualsiasi altro Maestro che ci ha indicato la via, ci permette di attirare la Loro energia protettiva e illuminante, creando una sintonizzazione diretta, un download immediato sul da farsi.

Noi dobbiamo essere la nostra Stella Polare in mancanza di altri riferimenti. Forse avrete notato che alcuni compagni di cammino si siano fatti riprendere da logiche razionali e si siano in parte fatti riassorbire dalla materia, guardiamoli con amore ma andiamo avanti diritto, incediamo senza guardarci a destra o a sinistra. Col sorriso e delicatezza evitiamo di farci trascinare o coinvolgere da logiche che non ci appartengono. Ognuno è libero di andare dove vuole, ma gli “ascensionandi” sono qui con il compito di affermare la luce, l’amore e il servizio proprio nell’ora più buia. Essi, attraverso la loro energia, elevano le vibrazioni del pianeta, una foglia che cade sulla Terra riverbera in mondi lontani. Essi sono il sale della Nuova Terra. Il movimento c’è e si espande. Si tratterà di capire quando raggiungerà il punto critico in cui aumenterà di velocità innalzando frequenze e vibrazioni. Ecco perché bisogna avere cuore, occhi e orecchie ben aperte.

La Coscienza, elevandosi, sa cosa fare, cosa dire e come comportarsi.

È presunzione, solo pensare, che Dio sia tenuto a farci leggere la sua agenda!
Secondo il mio sentire, quello che stiamo vivendo è un bel test generale, è la prova del nove della nostra maturità. Gettare la spugna è infantile, non c’è niente da perdere nel continuare a vivere il 2012, anche se siamo nel 2013, inteso come anelito collettivo al cambiamento, quello vero non quello che ci fa comodo. Si perde la partita, facendo il contrario, ed ora la materia è bella pesante e credo che tutti, chi più, chi meno, se ne stiano accorgendo.

L’impalcatura del male che domina il pianeta può sgretolarsi in un attimo, il male può avere poteri ma è stupido in quanto non considera il potere infinitamente superiore delle energie del bene: ciò che è di frequenza superiore ingloba e dissolve l’oscurità. Ognuno segua il cammino che si è scelto, ma lo faccia con costanza e onestà, con una mèta: il cambiamento epocale di questo pianeta, dando una mano collaborativa a Madre Terra che si sta trasformando. Siamo tutti afflitti da problemi pesanti, ma dobbiamo continuare a preservare il nostro spazio sacro vitale come la sposa più preziosa che abbiamo.

Qui ci giochiamo la nostra maestria. E se per caso non avremo veduto la Nuova Era alle porte, avremo almeno svolto il compito più duro ma più importante; quello dei pionieri o apripista a favore di chi seguirà. E vi pare poco?

Qualcuno si chiederà a che pro? Quale il tornaconto personale?  Vi do una unità di misura, per valutare se ne vale la pena si deve “calcolare” il grado di soddisfazione personale. Come? Si può calcolare (uso termini tanto cari agli economisti) nella misura in cui vivete interiormente gioia e pace derivanti dalla coscienza di aver svolto il vostro compito e, quindi, avvertite espansione e non oppressione o contrazione.

Quanto più dedicherete ogni vostro atto disinteressato all’accrescimento dei nuovi parametri di Vita, tanto più dovreste sprizzare in modo lieve e appagante gioia e felicità da tutte le vostre cellule. È scientifico, ovvero lo si può sperimentare. Se siete in questo, allora vivrete la Quarta Dimensione nella più grossolana terza dimensione e potete essere contagiosi con chi si sta aprendo. Se siamo in tanti, allora attireremo inevitabilmente i fratelli maggiori che ci seguono e osservano ma questa è una meravigliosa conseguenza, ciò che conta è vivere proprio ora le insospettate potenzialità della nostra completa essenza umana che è Amore in azione. Questo è il vero miracolo, questo dissolverà l’oscurità, questo allontanerà gli ingiusti e l’ingiustizia, questo ristabilirà il patto con tutte le altre forme di vita che sono pronte ad accoglierci come fratelli.

di Marina Ciccolella

Articolo pubblicato sulla rivista “Quarta dimensione” 1/2013

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