Conferenza di Padre Alex Zanotelli

alex-zanotelli_largeAlex Zanotelli, invitato a conferire e celebrare l’attività del Centro Mondialità di Livorno, parla dei tanti problemi che affliggono l’umanità, mettendo in risalto quanto avvenuto, in questi ultimi venticinque anni, e come il mondo vada verso il peggior degrado.

Gli effetti: aumento della povertà, scontro delle due super potenze e, cosa molto grave, il disastro ecologico che stiamo vivendo.
Dopo un periodo definito epocale di democrazia per gli stati uniti (il ’78 -’79), oggi si parla addirittura di un silenzioso golpe che è avvenuto da parte di un “complesso militare-industriale del paese” che ha preso in mano tutta l’America, prendendo di fatto le vere decisioni al posto dei presidenti, con altre persone, altri poteri.

Di questo complesso militare industriale, già ne parlò, nell’ultimo discorso alla Nazione Americana, il presidente Eisenhower nel Gennaio del lontano 1960 prima di cedere il potere con queste parole: “la democrazia del popolo americano ritengo sia abbastanza salda, ma il pericolo per essa, penso possa avvenire dal suo complesso militare-industriale”.

Nessuno ha profetizzato meglio del grande Generale d’Armata Eisenhower, questa struttura ha preso il potere vincendo su ogni presidente, persino a rivedere la produzione atomica, aggiornandola e potenziandola, e questo già a partire dal secondo mandato Clinton.
Secondo la combinazione liberismo e militarizzazione, le armi militari sono parte integrante di questo sistema, dobbiamo aprire gli occhi e capire fino in fondo che sta accadendo.

Nel 1985, Zanotelli vivrà in prima persona gli effetti di quello che già stava avvenendo.
Come fondatore del giornale “Nigrizia”, nel suo editoriale scrive articoli scottanti, tanto da scatenare un vero putiferio politico, uno di questi editoriali, anticipa di ben 6 anni lo scandalo di Tangentopoli, con amarezza si renderà conto che il sistema operante è sbagliato, vede come effetto da una parte la fame del mondo e l’ingiustizia sociale, e dall’altra il profitto con il commercio e costruzione delle armi, utilizzate in quei poveri paesi martoriati da guerre volute o tollerate dall’occidente.

Come conseguenza di questo, viene allontanato dalla conduzione del suo giornale, e lo stesso Ministro della difesa del tempo, Spadolini, lo definisce polo accentratore della delinquenza internazionale.
Nella storia recente dobbiamo ringraziare Gorbaciov per la sua convinzione alla non violenza, l’occidente tuttavia non lo ascoltò, e siamo alla tragedia: il complesso militare-industriale americano non ha accettato mai il crollo del muro di Berlino, e il comunismo ha perso.

Durante la permanenza in Kenya, a Korogocho dove ha vissuto con la gente più povera, ebbe modo di leggere la recensione dal libro “La fortezza America”, scritto da un grande giornalista investigativo americano, in esso si parla dell’intervista fatta a vari generali che rimpiangevano il muro di Berlino e il comunismo dicendo: quale nemico dobbiamo ora combattere?
Il nuovo nemico era in lista, e poteva essere il grande complesso industriale, le torri gemelle,.. dal ’90 in poi abbiamo capito; la militarizzazione era solo da supporto a questo sistema economico finanziario che permetteva all’11% della popolazione mondiale di impadronirsi dell’88% delle risorse di questo mondo.

Quello che avvenuto negli anni novanta è il “disastro ecologico”, l’uomo ha cominciato a capire l’assurdità di un sistema che sta diventando sempre più disastroso. Il rapporto del Pentagono, con ipocrisia, parla di “bizze” della natura.
Non vogliamo ammettere che se aumenta la temperatura sarà la catastrofe per il Bangladesh e per altri, con centinaia di milioni di morti, e che la Cina tra pochi anni userà sempre più le automobili contribuendo ancor più a rendere l’aria irrespirabile.
Sono 25 anni e più, ma nessuno a voluto affrontare seriamente questi problemi, e il futuro è di una gravità incredibile.

Dobbiamo fermarci e riflettere, prima, anche in Italia esistevano schieramenti forti dove tutti lavoravano, discutevano per costruire qualcosa di sicuro. Dobbiamo competere con un sistema molto potente, come un impero, l’impero del denaro, ma questo complesso siamo noi e noi stessi dobbiamo combattere. Ogni volta che viene acceso un apparecchio televisivo, viene legittimata la base politica, economica, morale di un ordine sociale determinato dal profitto: il televisore non è più strumento di notizie, ma parte essenziale del sistema, e il sistema siamo noi che lo abbiamo voluto, e questo è un sistema di peccato che porta alla morte.

Il nostro sistema economico finanziario, uccide dai 40 ai 60 milioni di persone all’anno, per fame, per malattie, e 30.000 bambini al giorno che muoiono per denutrizione, e questo in un mondo che getta nelle discariche montagne di cibo.
Le armi e la guerra servono a mantenere lo stile di vita degli americani i quali hanno deciso, che per i prossimi 20 anni, hanno bisogno del 25% in più di petrolio, e questo vuol dire ancora guerra e guerre, ma a morire sarà forse anche il nostro pianeta.

Tutto questo non è più sostenibile, crediamo che Gesù ci abbia regalato un Dio della Vita il quale non può accettare un mondo che l’uomo può distruggere in un pomeriggio. Se la Russia e gli Stati Uniti dimezzassero del 50% le armi batteriologiche che possiedono, ne rimarrebbero ancora a sufficienza per uccidere la popolazione mondiale 5000 volte.
Che cosa aspettano le Chiese a dire che questo è un sistema di morte? Non si tratta più di un problema etnico, morale, ma si tratta di un problema teologico, e se non hanno questo coraggio, non possiamo dire di credere nel Dio della Vita.

L’incapacità in questi 25 anni che esse hanno dimostrato in quel terribile momento di scontro tra Russia e Usa, di condannare la bomba atomica, ha portato anch’essa al dramma che stiamo vivendo.
Mai come oggi la Chiesa è chiamata a profezia per la Vita o la Morte di tutti compreso il pianeta.

“Permettetemi di cominciare con una “grande” domanda: che cosa possiamo fare noi?
La prima cosa che credo sia fondamentale oggi è recuperare la nostra dignità umana, noi siamo “volti” e ci hanno ridotto a tubi digerenti.
La nostra infelicità è tutta qui, mi riferisco dentro di noi.
Voi siete abituati ad andare dagli psicologi a farvi curare ma dovreste chiedere di curare il “sistema” prima di curare voi.

Questo è un sistema che ci fa impazzire tutti ed il perchè è ovvio: ci vogliono ridurre a tubi digerenti, a cose, e le cose come ben sappiamo non hanno relazioni.
La nostra infelicità ci deriva anche dal fatto che non ci sono più relazioni, nemmeno di tipo amoroso.
Ultimamente ho letto un libro di Baumann, un noto sociologo, che già dal titolo mi ha ipnotizzato, si intitola: “l’Amore Libera”.

È l’analisi dei tipi di relazioni che esistono in questa nostra società.
Baumann dice che non esistono più relazioni umane, spiega che se io uso un telefonino o qualsiasi altro oggetto senza dargli il suo giusto valore e di conseguenza appena è “passato” lo butto via, mi abituerò a trattare in questa maniera le ragazze, gli amici e tutto il resto ed il risultato è il niente.

Se non recuperiamo il valore del nostro volto, del mistero che è in noi, della dimensione profonda che è in ognuno di noi.
Se non recuperiamo le bellezze dei volti, il riconoscere ognuno come essere unico ed irripetibile il risultato sarà che non verremo più fuori da questa “bolgia”.
Questa è soltanto una delle conseguenze di questi atteggiamenti.
Un altro aspetto conseguente è quello che se non recuperiamo l’essenza ed il volto del nostro “fratello” non ritroveremo mai più il nostro “volto”.

Dico mio fratello perché non è come me. È diverso per razza, cultura, religione…
Guardate che non esiste umanità se non al plurale.
La tentazione “totalizzante” del sistema entro cui viviamo che vuole proporre un’unica cultura massificante, consumistica e materialistica ci nega tutto.
E noi dobbiamo dire NO a questo sistema, NO! Io riconoscerò il mio “volto”, il volto di mio fratello, di mia sorella. È fondamentale sottolineare “di mio fratello, di mia sorella”, perché sono una ricchezza per me. Le religioni sono ricchezze, le culture sono tesori”.
Se non riusciremo a riscoprire tutto questo non avremo un bel futuro.

È fondamentale che recuperiamo questo valore “relazionale”, l’importanza della relazione con gli altri.
Un altro aspetto che dovremmo modificare è quello legato al ruolo della donna.
Ritengo che il sistema in cui ci siamo “cacciati” sia un sistema violento anche perché continua ad essere maschilista e patriarcale.
è qui che la donna potrebbe giocare un ruolo fondamentale.

Se vogliamo salvarci dobbiamo passare da questo tipo di sistema violento alla civiltà della tenerezza.
Quello che rende la donna “donna” è proprio la tenerezza.
Le donne dovrebbero rimanere fedeli alla loro tenerezza e farne il nuovo “metro” relazionale della nostra società.
Oggi abbiamo bisogno di una rivoluzione antropologica.

Vi ricordate cosa disse un grande personaggio, Balducci: come è nato l’homo sapiens, oggi se vogliamo sopravvivere deve nascere l’uomo “planetario”.
Un altro tipo di uomo.
Un’altra cosa importante che dovremmo capire è che tutto quello di cui abbiamo parlato deve partire dalla persona, dal “volto” .
Ma non è ancora tutto, non è sufficiente.

È chiaro che quella che noi cristiani chiamiamo “la conversione”, non parlo di quella dogmatica, delle verità, ma parlo della conversione dei valori è personale.
Il bene non si può imporre.
Le dittature dei preti e dei Talebani sono tra le cose più orribili della storia.
O l’uomo ci arriva tramite un salto di qualità o non c’è niente da fare.

Questo salto di qualità sarà vano se noi non riusciremo a metterlo in pratica in campo politico, economico, sociale, culturale e familiare quindi a renderlo collettivo; altrimenti il sistema esterno ci riporterà ad essere quelli di prima.
E’ possibile che voi viviate e cresciate in un mondo corrotto e peccaminoso fino alla maturità ed oltre e non accorgervene nemmeno.
Quindi se non riusciremo a rendere questo cambiamento non singolare ma collettivo sarà tutto vano. E’ fondamentale che avvenga o non cambierà niente.

Terzo e importantissimo punto è quello che dobbiamo capire che non esiste niente di demoniaco, tutto quello che l’uomo possiede è buono.
In altro libro bellissimo che ho letto, è spiegato molto bene questo concetto. Vi è scritto che quelle che voi chiamate potenze sono buone ma sono degenerate e cadute nel peccato con il tempo, ma cosa molto importante possono essere redente.
Noi siamo chiamati non solo ad una conversione personale ma anche a convertire realtà come l’economia, la politica, la finanza.
I soldi non sono un demonio. Un grande saggio diceva che se noi spezziamo i soldi essi possono divenire eucaristia, pane.
Tutto dipende da come li usiamo.

E’ necessario ritrovarsi in piccole società di resistenza pacifica e sfuggire a questo sistema che robotizza e che ci vuole solo come esseri individuali.
Oggi giorno è molto difficile convertire la tribù bianca, è molto più facile con i popoli africani.
Io ho scelto di tornare in Italia per dare il mio contributo a questa conversione che non è, ripeto, per niente facile, soprattutto per la pressione sociale che viviamo incoscientemente. A nessuno è chiesto l’impossibile, Dio non ci chiede l’impossibile.

Al mio ritorno dall’Africa mi è capito di parlare con delle mamme che ascoltandomi hanno deciso di non comprare più abiti firmati ai propri figli. La conseguenza è stata che hanno dovuto farli visitare da degli psicologi a causa delle ripercussioni psicologiche che questi ragazzi hanno subito dagli amici e compagni. Per questo vi dico che è un arduo lavoro.
Qui si tratta di una rivoluzione culturale da fare insieme, globalmente, e quello che vi ho appena raccontato ne è solo una delle prove. Dobbiamo fare dei passi insieme, seppur piccoli ma insieme.

E’ chiaro che dovremmo cominciare a mettere in discussione il nostro stile di vita. Non dobbiamo essere estremisti ma ritengo che con i mezzi tecnici che abbiamo oggi potremmo avere un futuro più roseo per tutti.
E’ chiaro che dovremmo davvero ripensare al nostro stile di vita radicalmente.
Ho letto delle statistiche che dicono che tra America ed Europa nell’anno 2003 sono stati spesi 18 miliardi di dollari in prodotti di bellezza, 17 miliardi in cibo per animali da appartamento, 15 miliardi in profumi, 14 miliardi in crociere transoceaniche. Non mi direte che queste sono cose essenziali? Capirete subito che ci siamo cacciati in situazioni che potremmo benissimo evitare, per lo più acquistandone del prezioso tempo per noi stessi oltre che un risparmio notevole.

Questo tempo potremmo adoperarlo per cominciare ad essere meno robot e cominciare a ricostruire relazioni con la nostra famiglia, con i nostri figli.
E’ impressionante se pensiamo alla mole di cibo che buttiamo via, agli oggetti di cui ci liberiamo e alle energie che sprechiamo.
Il cibo che abbiamo oggi è “super completo”: una persona che fa un lavoro “normale” con un buon pasto al giorno vivrebbe benissimo.
Al contrario noi mangiamo a volontà, ingrassiamo, diventiamo obesi e dopo ci rivolgiamo ai medici che ci sottopongo a cure e a diete costose… Per spiegarmi meglio vi pongo un altro esempio fondamentale: la carne. La carne è l’anello fondamentale della “catena” di circostanze che procurano la fame nel mondo.

Guardiamo l’Argentina. Gli esperti ci dicono che da sola è talmente ricca a livello agricolo da poter sfamare l’intero territorio mondiale, ma non è usata per produrre cibo per gli uomini ma per gli animali destinati al macello. Dobbiamo cominciare a spezzare questo ciclo assurdo della carne. Io non vi dico di non mangiare carne ma non dobbiamo farne uno dei nostri idoli.
Se fossimo coscienti di quello che produce questo “meccanismo” e avessimo un po’ più di coscienza diminuiremmo il suo consumo. Inoltre, questo non ci recherebbe alcun danno.

Oltre al problema dell’agricoltura impegnata a sfamare il bestiame esiste il problema dell’acqua. Gli esperti ci dicono che per produrre un chilogrammo di carne abbiamo bisogno di 1000 litri di acqua.
Dobbiamo sapere che nel mondo il 97% dell’acqua è marina, quindi non utilizzabile. Del 3% rimanente più del 2% è utilizzato in agricoltura industriale. Per non parlare poi dei sussidi assurdi che vengono elargiti per certi tipi di agricoltura, persino una persona dentro a questo “sistema” come il vice direttore della banca mondiale, ex consigliere di Bill Clinton, ha scritto in un libro il cui nome è “Quando il capitalismo perde la testa” e spiega come il governo USA stanzia fondi pari a 4 miliardi di dollari per le colture di cotone quando alla fine ne viene raccolta una quantità per un valore poco superiore ai 3 milioni di dollari. Se poi pensiamo che i coltivatori di cotone africani, il cui prodotto è di qualità pari a quello americano, fanno la fame. Questo è il mercato libero?
E’ qui che dobbiamo fermarci un po’ a riflettere.

Un altro fatto che ci deve far riflettere è quello che le maggiori multinazionali che controllano il commercio dell’acqua stanno facendo pressione affinché il WTO (ente mondiale sulla gestione dei servizi) inserisca l’acqua in questo elenco in modo tale che il diritto di bere divenga sempre più un privilegio e non un diritto.
Pensate che l’acqua dei vostri rubinetti è molto più buona e pulita di quella minerale. E’ qui che entrate in gioco voi.
E’ qui che dovete cominciare a capire “che cosa possiamo veramente fare noi”.

Possiamo dare il nostro voto non solo durante le elezioni ma ogni giorno quando entriamo nelle “nuove cattedrali”: i supermercati.
E’ li che diamo i voti al sistema. Voi vi chiederete cosa dobbiamo fare? Se vogliamo possiamo boicottare tutte queste multinazionali, ciò significherebbe dare una possibilità di sopravvivenza a migliaia di piccoli commercianti che altrimenti fallirebbero (questo purtroppo è già accaduto). Questo è il nostro più grande potere: il boicottaggio.

Dobbiamo muoverci con azioni di boicottaggio collettivo.
Come gli operai hanno ottenuto i propri diritti scioperando, noi, con questo metodo collettivo non violento per ottenere i nostri diritti, potremmo fare molto.
Pensate se tutti i comuni, le chiese e le istituzioni decidessero collettivamente di boicottare un prodotto perché ritenuto dannoso?

Sarebbe in risultato più efficace rispetto allo sforzo di una singola e isolata persona. Se volessimo avremmo un potere enorme, addirittura potremmo ridurre sul lastrico le banche che sono il fulcro di tutta l’economia. Molte banche sono persino incriminate per il riciclaggio di denaro sporco, e per il finanziamento degli armamenti.
Se solo quattro o cinque comuni contemporaneamente decidessero di togliere i propri risparmi da tali banche immaginate che colpo ne riceverebbero.

In questo senso io esorto le chiese a dare l’esempio.
E’ inutile che predichino una cosa e ne facciano altre. L’esempio è fondamentale.
Per quanto riguarda i sacramenti sarebbe importante ritrovarne il vero senso e l’importanza dell’origine.
Un bambino che si appresta a fare la prima comunione ha in testa tutto tranne il vero senso di questo sacramento, è invece indotto a pensare ai regali che riceverà.

E’ possibile che una ragazza che si appresta a sposarsi abbia un vestito da 10.000 euro e si presenti davanti all’altare, dove si dovrebbe unire in matrimonio, di fronte a Gesù di Nazaret nato in una mangiatoia e ucciso dal capitalismo romano?
Ma andate altrove a sposarvi, non prendete in giro Gesù.
E’ importante che la Chiesa per prima ci dia degli esempi chiari, è fondamentale, vedete come si può passare facilmente dalla sfera personale a quella collettiva, è importante metterci insieme, creare delle piccole comunità di resistenza, dei piccoli gruppi e tutto questo a prescindere dalle fedi e dai propri pensieri personali.

E’ fondamentale capire che facciamo parte di un sistema che ci uccide ed è importante sentire dentro la voglia di cambiarlo.
Dopo tutti questi dati sono sicuro che vi viene da domandarvi da dove può scaturirci la speranza. Proprio in questo posto 25 anni fa avevo fatto questo titolo “le speranze che ci vengono dai poveri”, sono davvero i poveri la nostra speranza, essi ci interpellano e ci dicono che non possiamo andare avanti cosi, perché ci stiamo ammazzando con le nostre mani, non c’è futuro sulla nostra strada e dobbiamo cominciare a capire che la trasformazione deve avvenire per il nostro bene, la cosa ci dovrebbe interessare se non altro anche per il nostro egoismo, pensate se 5 miliardi di persone vivessero come stiamo vivendo noi. I poveri sono una forza enorme e soprattutto hanno tanta rabbia dentro. Non dico che sia la prima causa del terrorismo, ma molto di esso è alimentato da questa rabbia.

Non possiamo pensare di avere la pace tra Israele e Palestina quando la prima sta costruendo un muro dal costo di 3 miliardi e 200 milioni di dollari e gli abitanti della Palestina sono costretti a vivere con meno di due dollari al giorno. Ricordatevi però che Dio sta dalla parte dei poveri, e degli schiavi, questo l’ho imparato durante il mio servizio a Gorococho, una baraccopoli di Nairobi, e dobbiamo capire che lui ci vuole tutti in armonia e vitali. Un’altra cosa che mi ha sconvolto è la voglia di vivere che ho trovato a Gorococho, in un inferno umano eppure io non ho mai trovato tanta gioia, tanta inventiva, tanta capacità di danzare la vita come in questo luogo.
Per noi che siamo stanchi di vivere questo dovrebbe essere come un dono, a me hanno dato la forza di tornare in Italia e battermi per difendere queste cose, è la loro forza, è la forza di quel Gesù crocifisso e di tutti i crocifissi del mondo.

I poveri sono la ricchezza culturale del pianeta, specialmente l’Africa che secondo me è il polmone antropologico del mondo.
Non ci dimentichiamo che secondo gli ultimi studi gli scienziati hanno determinato che molto probabilmente l’uomo ha avuto origine in Africa orientale, pensate alla ricchezza di quel continente noi stiamo rischiando di soffocare le varie culture per accorpare tutto in un’unica cultura massificata e materialista. Sono una speranza anche per la Chiesa che deve uscire dalla sua occidentalità per abbracciare tutte le esperienze culturali. Non si possono imporre le proprie idee agli altri popoli perché altrimenti diventa imperialismo religioso.

Stiamo promuovendo un’iniziativa a favore di 300 mila baraccati di Nairobi che rischiano di essere sbattuti fuori senza sapere dove andare, con la prima iniziativa abbiamo già bloccato il governo del Kenia con sei mila e-mail, ma sicuramente torneranno alla carica e allora ci stiamo organizzando con queste due cartoline da inviare una al nostro ministro dell’economia e l’altra per il segretario della conferenza episcopale, dove chiediamo che venga rispettata la legge numero 209 che è quella per la revisione del debito ai popoli poveri, fatta durante il periodo del giubileo.

Il governo attuale ha aggirato la legge e sta usando quei fondi per finanziare la missione “di pace” in Iraq. In queste cartoline chiediamo che l’Italia segua la legge e rimetta al Kenya i 90 milioni di euro di debito che ha e che questi soldi vengano utilizzati sotto il controlli di esperti per dare dei pezzi di terra a chi ne ha bisogno.

Sono felice di essere venuto qua, specialmente in questo periodo molto difficile per l’umanità, sono passati 25 anni da quando sono stato qui l’ultima volta e pensate che nei prossimi 25 anni si sfrutteranno tutte le carte che abbiamo a disposizione quindi invito i giovani che sono in sala a riflettere perché saranno loro l’ago della bilancia, o ce la faranno loro o non ci riuscirà nessuno.
Diamoci tutti da fare e sentiamoci in sintonia, grazie per la forza che date anche a me per continuare, io ne ricevo già tanta da questo povero Cristo crocefisso, grazie di nuovo e datevi da fare affinché vinca la vita, grazie”.

Livorno, 30 Settembre 2004
Questa conferenza è disponibile anche in video “Il problema uomo”