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Quarta Dimensione
zione, alcune sue risposte hanno
ovviamente stravolto l’impostazio-
ne originaria di alcuni quesiti. Tut-
tavia la conversazione che segue
anche se costituisce la
summa
di
quanto rivelatomi non è del tutto
completa, in quanto alcune infor-
mazioni e dettagli aggiuntivi, rice-
vuti sia in precedenza che in segui-
to all’incontro, ho preferito non
rivelarli, almeno per il momento.
cont
INTERVISTA
[Barbato] Come è entrato a far
parte del S.I.V.?
[Gesuita] Il S.I.V. annovera elemen-
ti provenienti da diverse realtà,
tutte strettamente connesse alla
Chiesa e composte soprattutto, al-
meno nella parte dirigenziale, da
sacerdoti in maggioranza aderenti
all’ordine dei Gesuiti, monaci Be-
nedettini e Religiose; in tutto poco
più di un centinaio di elementi.
Possono sembrare pochi ma non è
così se si considera che in ogni par-
te del mondo dove c’è un sacerdo-
te o una suora c’è una potenziale
fonte d’informazioni preziose.
Altri elementi sono stati, e tutt’og-
gi, sono seguiti in ambienti ed isti-
tuzioni a carattere laico interne alla
Chiesa come ad esempio: associa-
zioni a carattere umanitario, schie-
ramenti politici vicino alla Santa
Sede, movimenti cattolici giovanili,
ecc.
Il mio iter è stato molto simile a
questo. In sintesi gli elementi come
me sono stati segretamente segui-
ti, indirizzati e formati secondo de-
terminati criteri noti in certi am-
bienti. Ognuno di noi oggi si rende
conto di aver avuto in passato un
suo “angelo custode” nonché men-
tore, successivamente.
[B] Potrebbe fornirmi maggiori
elementi sul S.I.V.? Perché è stato
creato, da quanto tempo opera...
[G] La struttura è top secret ma per
ora posso dirle che è organizzata in
maniera analoga alle altre struttu-
re d’intelligence come CIA, MI6 l’ex
KGB ecc. Non ha una sede ufficiale
fissa ma sceglie di volta in volta un
sito dove riunirsi, in strutture però
sempre sotto la giurisdizione della
Città del Vaticano. Da un punto di
vista cronologico la scintilla che ha
innescato l’avvio di tale organizza-
zione scaturisce da un evento av-
venuto nella prima metà degli anni
‘50 negli Stati Uniti, per l’esattezza
nel Febbraio del 1954. L’evento in
questione fu l’incontro di una dele-
gazione aliena avvenuto in Califor-
nia nella base di Muroc Airfield (di-
venuta poi la sede della base aerea
di Edwards) con il presidente
Dwight Eisenhower e a cui presen-
ziò l’allora Vescovo di Los Angeles
James Francis McIntyre. L’incontro
venne opportunamente filmato
dai militari con tre cineprese
16mm, dislocate in vari punti, cari-
cate con pellicola a colori e motore
con caricamento a molla; quest’ul-
tima soluzione piuttosto scomoda,
perché costringeva ogni operatore
a cambiare bobina ogni 3 minuti
circa di ripresa, fu necessaria in
quanto in presenza degli alieni e
delle loro astronavi i motori elettri-
ci delle cineprese più grandi non
riuscivano a funzionare.
Il vescovo James Francis McIntyre,
testimone degli eventi con gli alie-
ni.
Furono girati in tutto sette rulli da
trenta metri, per un totale di circa
venti minuti di ripresa. Al termine
dell’incontro ogni membro della
delegazione terrestre giurò solen-
nemente di non rivelare a nessuno
quanto visto e sentito degli alieni.
Non mi chieda che fine ha fatto il
film perché credo che conosca già
la risposta. Comunque, nei giorni a
seguire McIntyre, probabilmente
contrariato per aver prestato un
giuramento che in coscienza rite-
neva iniquo, partì di gran fretta per
Roma al fine di incontrare il Santo
Padre Pio XII per riferirgli dell’in-
credibile evento. Ma il Vescovo
Cristoforo Barbato
Il Vescovo Francis McIntyre